Giu 18 2019

Silvio @ 18:54

Sea Watch, chi è la bosniaca amica delle Ong che ci fa la moraletta sui clandestini

Ci fa la moraletta sugli immigrati intimandoci di aprire i porti e accoglierli a braccia aperte ma quello che non dice la bosniaca Dunja Mijatoviccommissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa e amica delle Ong che, come la Sea Watch, stanno scaricando in Italia vagonate di clandestini, è quanti immigrati ha accolto il suo Paese.

«Sono molto preoccupata – fa il piagnisteo la commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa accusando esplicitamente l’Italia – per l’attuale approccio del governo italiano sulla questione. Le Ong, come Sea Watch, sono cruciali per salvare vite in mare, specialmente dopo che i Paesi europei hanno lasciato un vuoto negli ultimi anni nella capacità di soccorso».

«Piuttosto che stigmatizzare, attaccare e criminalizzare le Ong, bisognerebbe sostenerle – dice la commissaria bosniaca cercando di generare sensi di colpa negli italiani – penalizzare loro o altri perché salvano vite in mare è contro la legge del mare ed il diritto umanitario».

Quanto alla situazione in Libia, Dunja Mijatovic sostiene come «le prove dimostrino che questo Paese non è sicuro: è in corso una guerra e i migranti affrontano un trattamento disumano, come torture, schiavitù, violenza sessuale, detenzione arbitraria e a tempo indefinito. I migranti ed i rifugiati  non dovrebbero essere rimandati lì: è dunque non solo ragionevole, ma necessario, che i capitani di queste navi esercitino la loro discrezione nel rifiutarsi di rimandare i migranti ed i rifugiati in Libia e questo non dovrebbe essere sanzionato in alcun modo dagli Stati».

Insomma il concetto che la bosniaca Dunja Mijatovic vorrebbe sostenere è che se una Ong come la Sea Watch vuole portare gli immigrati nel nostro Paese l’Italia si deve inchinare alla Ong e al capitano della nave. Una follia vera e propria.

Non c’è dubbio, concede la commissaria bosniaca «che l’Italia sia tra i Paesi in prima linea che hanno affrontato sfide enormi nel soccorso e nell’accoglienza dei migranti: è dunque necessario che altri Paesi europei si assumano la loro parte di responsabilità nel fare questo» ma, comunque, «i disaccordi politici sugli sbarchi non devono mai superare i diritti umani e le preoccupazioni umanitarie: è per questo – conclude Dunja Mijatovic – che Sea Watch 3 deve presto ricevere un porto sicuro e rapidamente accessibile, le vite umane devono sempre venire prima degli accordi politici».

«È incredibile che il Consiglio d’Europa – un organismo che con i fatti ha dimostrato di essere antidemocratico, impedendo la nascita del nostro nuovo gruppo, cambiando in corsa le regole e facendo attività di dossieraggio sui parlamentari ritenuti scomodi di forze politiche come la Lega, il Front national, l’Fpo, l’Afd –  oggi arrivi a bacchettare l’Italia – accusano i parlamentari della Lega nella delegazione italiana al Consiglio d’Europa, Paolo Grimoldi e Alberto Ribolla – attraverso Dunja Mijatovic, commissario per i diritti umani del Consiglio d’Europa, nel documento sulla protezione di rifugiati e migranti nel Mediterraneo reso noto oggi, mettendo sotto accusa le politiche migratorie italiane».

«Da che pulpito – aggiungono Grimoldi e Ribolla – parla la signora Mijatovic che intima all’Italia di “mettere fine alla politica di chiudere i porti per tutte le Ong, di proibire la navigazione in acque territoriali”. Siamo uno Stato sovrano e decidiamo noi chi entra nelle nostre territoriali, in base alle nostre leggi per la nostra sicurezza. Detto questo, signora Mijatovic la sua Bosnia in questi anni quanti immigrati africani si è presa in carico? Facile sentenziare dal pulpito, facile predicare bene, quando poi con i fatti si razzola male…».