“Non chiamateli clandestini”: ecco come vogliono che parliamo (in stile Boldrini)

19 Giu 2019 17:40 - di Giorgia Castelli
Malta

Immigratisfollati, profughi. Ecco un piccolo “glossario” in cui dalla A alla Z viene definito lo status specifico. In perfetto stile Boldrini, perché la parola clandestini è stata cancellata dal politically correct.

Apolide: persona che nessuno Stato considera come cittadino. Clandestino: termine con il quale si indica il migrante irregolare, cioè chi, per qualsiasi ragione entra irregolarmente in un altro Paese. Ma la sinistra ha completamente cancellato dal vocabolario questa parola.

Eco-profugo: colui che è costretto a lasciare il proprio paese per cause ambientali che rendono impossibile (temporaneamente o definitivamente) la permanenza nel luogo di abituale residenza. Extracomunitario: persona non cittadina di uno dei paesi che attualmente compongono l’Unione Europea.  Migrante: termine che indica chi sceglie di lasciare il proprio paese per stabilirsi, temporaneamente o definitivamente, in un altro paese. Tale decisione, ha carattere volontario anche se spesso è indotta da ragioni economiche. Avviene cioè quando una persona cerca in un altro paese un lavoro e migliori condizioni di vita.

Profugo: termine che indica chi lascia il proprio paese a causa di eventi esterni (guerre, invasioni, catastrofi naturali).

Regolari/Irregolari: gli immigrati regolari sono coloro che risiedono in uno Stato con un permesso di soggiorno rilasciato dall’autorità competente. Gli irregolari sono gli immigrati con permesso di soggiorno scaduto e non rinnovato.

Richiedente Asilo: colui che fugge dal proprio paese e inoltra, in un altro Stato, una domanda di asilo per il riconoscimento dello status di rifugiato. La sua domanda viene poi esaminata dalle autorità competenti di quel paese (in Italia la Commissione Centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato). Fino al momento della decisione in merito alla domanda egli è un richiedente asilo.

Rifugiato: è colui che è costretto a lasciare il proprio paese a causa di persecuzioni per motivi di razza, religione, nazionalità, appartenenza ad un determinato gruppo sociale o per le sue opinioni politiche (Convenzione di Ginevra 1951). A differenza del migrante non ha scelta: non può tornare nel proprio paese di origine se non a rischio della propria sicurezza e incolumità. Dal punto di vista giuridico-amministrativo èuna persona cui è  stato riconosciuto lo status di rifugiato.

Sfollato:  spesso usato come traduzione dell’espressione inglese “Internally displaced person” (Idp). Per sfollato si intende colui che abbandona la propia abitazione per gli stessi motivi del rifugiato ma non oltrepassa un confine internazionale, restando dunque all’interno del proprio paese. In altri contesti si parla genericamente di sfollato come di chi sfugge anche a causa di catastrofi naturali.

 

 

Commenti

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  • ALESSANDRO LEPRI 20 Giugno 2019

    Chiamateli per quello che sono: TERRORISTI!