Il medico abortista Silvio Viale, candidato di +Europa: “I feti li frulliamo perché vengono aspirati….”

17 Mag 2019 20:30 - di Antonio Pannullo

In una scioccante intervista a La Zanzara, riportata da Dagospia, il medico abortista Silvio Viale, candidato di +Europa, ammette di aver praticato nella sua carriera circa diecimila aborti. Sostiene di fregarsene se lo chiamano dottor morte, perché, dice lui, la morte fa parte della vita. Né gli importa se lo considerano un pluriomicida. Nell’intervista sostiene anche di non essersi mai pentito, pur ammettendo che qualche volta non era la soluzione migliore. Quanto alla frase choc che i feti vengono frullati, il candidato alle europee ammette di averla detta ma in condizioni molto particolari: “Frullare l’ho pronunciata in polemica quando si discuteva dell’aborto farmacologico e della pillola abortiva, circondato da persone che me ne dicevano di tutti i colori. Di fatto i feti vengono frullati perché vengono aspirati. Tecnicamente è un’aspirazione elettrica. Quindi con un aspiratore si aspira e il feto finisce in un contenitore. Da lì a frullare la differenza è poca. Di fatto è la stessa cosa. Dopo di che si usano anche altre pinze, c’è il raschiamento, cioè l’aborto chirurgico che è un intervento traumatico”, dice nella spaventosa intervista a La Zanzara. Niente di strano che lui sia considerato il nemico numero uno dal Movimento per la Vita. Alla domanda il feto che abbiamo visto sui manifesti di Pro Vita, quello di 11 settimane, è vita o no?, lui risponde a La Zanzara: “Diciamo che ogni cellula è vita. Ma non è una persona. Si è persona quando si nasce. O in una fase vitale della gravidanza. Quel feto, Michele per intenderci, è stato prima un embrione, la gravidanza va avanti e quando nascerà sarà un neonato, poi una persona. La persona è la madre”. VIale si dice convintissimo delle proprie scelte e afferma ancora il suo manifesto ideologico: “E nessuno può costringere una donna a portare a termine una gravidanza contro la sua volontà come vogliono fare in Alabama per esempio, e alcuni in Italia. E’ contro i propri interessi, su cui è la sola che può decidere. Io sono orgoglioso di fare gli aborti e di aver aiutato tutte queste donne e anche le altre che hanno partorito”. Dopo aver ammesso che a Torino fanno aborti fino a 22 settimane, il dottor Viale si dice anche sostenitore dell’eutanasia, come avviene in Svizzera, Olanda, Belgio o Lussemburgo. “Paesi civili”.

Commenti

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  • Aldo Mariconda 18 Maggio 2019

    Non credo ndelle posizioni estreme, pro o contro l’aborto, né ho una credenza religiosa, nè tanto meno la convinzioine che la vita del neo-concdepito sia subito dal 1° giorno dal concepimento paragonabile a quella di un feto formato. Vi sono situazioni drammatiche che possono indurre all’aborto, salvo i casi di non educazione sessuale. Questo era un fenomeno diffuso nel passato. Ricordo una donna di servizio negli anni ’60 che aveva fatto 8 aborti! Non deve certo essere un sostituto del controllo delle nascite.
    Ma, è diversa la pillola del giorno dopo, o l’aborto fatto il 1° mese, da quello al 3° mese o oltre. In Italia si arriva troppo spesso tardi, e più tardi si arriva si rischia fi fare un’opderazione di bassa macelleria. E qui si mettano una mano sulla coscienza proprio i fondamentalisti antiabortisti. Il controllo che di fatto certi segmenti cattolici hanno sui primariati di ginecologia, fa sì che un medico dell’equipe magari unico non anti-aborto finisce per fare solo interruzioni di gravidanza, non fa carriera e prima o poi si associa agli altri e diventa antiabortista. Conseguenza: difficoltà a praticafrre l’interruzione della gravidanza, aggravanto il tipo d’intervento sempre più drammatico mano a mano che il tempo passa, ricorso alternativo o all’estero o all’aborto clandestino. E’ meglio puntare su +educazione, pillola del giorno dopo, aborto immediato o entro 1 mese o poco oltre, che non fare la guerra su posizioni dogmatiche ma che alla fine aggravano quella che è comunque una situazione difficile e drammatica pder chi la sceglie.