Bimbo ucciso, il padre rom confessa. I parenti: «Non fatelo uscire più dalla galera»

23 Mag 2019 12:34 - di Fortunata Cerri

Nuovi elementi, sempre più raccapriccianti, sulla vicenda del bimbo ucciso a Milano. «Non riuscivo a dormire, mi sono alzato dal letto e l’ho picchiato», l’incredibile spiegazione che gli investigatori sono riusciti a raccogliere da Aliza Hrustic, il rom di origini croate di 25 anni che ha ammesso di aver ucciso il proprio bambino di due anni nel suo appartamento in via Ricciarelli 22, nella periferia ovest di Milano. Hrustic, è stato fermato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dal maltrattamento e dalla minore età della vittima, il terzo figlio che aveva avuto da sua moglie Silvija Z.. Come si legge sul Corriere, una rom croata di 22 anni, borseggiatrice e con molti precedenti penali. La donna ha già cinque figli ed è incinta del sesto.

Bimbo ucciso, il padre aveva fumato hashish

In Questura, l’uomo ha confessato l’omicidio del figlio e ha detto: «Avevo fumato hashish». Poi ha aggiunto: «Non riuscivo ad addormentarmi». Il bambino, quando il padre gli si è scatenato addosso, come riporta il Corriere, stava dormendo. Si legge ancora che la moglie avrebbe detto alla polizia: «È già successo, quando mio marito fuma va fuori di testa. Perde il controllo. Si è alzato e ha iniziato a picchiare il bambino, mi sono svegliata e ho provato a fermarlo ma non ce l’ho fatta». I lividi sul corpo di Mehmed non erano solo risalenti a martedì o alle ore precedenti, ma ce ne erano di più vecchi, particolare che conferma come il padre fosse spesso violento con lui.

«Se lo avessi trovato prima della polizia lo avrei ammazzato, non c’è dubbio», ha raccontato Bardo Secic, prozio dell’uomo, «si merita l’ergastolo. È un tipo irascibile e violento, la mia famiglia non gli parla da due anni, da quando mi ha aggredito senza motivo colpendomi alla testa con la fibbia della cintura. Ho ancora la cicatrice».

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