“Al Tayar. La corrente” di Mario Vattani: un noir in chiave internazionale

30 Mag 2019 16:28 - di Caterina Ronchieri
A prima vista sembra strano, un diplomatico in carriera, un Ministro plenipotenziario della Repubblica (questa la carica esatta nell’ambiante diplomatico dell’autore, ndr) che scrive un libro noir non è cosa comune. Di solito i diplomatici scrivono di diritto internazionale, di geopolitica. Mario Vattani, classe 1966, con un linguaggio essenziale e diretto, scrive invece un romanzo nero, Al Tayar. La Corrente (Mondadori) che parla di un uomo che si trova coinvolto in un traffico internazionale di organi. Quello che salta agli occhi fin dalle primissime pagine è l’abitudine dell’autore ad ascoltare le proprie emozioni e ad osservare quelle degli altri. L’ambiente che lo circonda. Svela in modo prepotente come, abituando la mente al cambiamento e alle molte culture e alla mancanza della possibilità di utilizzare il linguaggio verbale, l’uomo possa sviluppare altre capacità. Il tutto condito con un senso di accettazione del proprio destino, tipico delle culture orientali, in cui Vattani è immerso in un modo che è difficile da nascondere.
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