Migranti, ora tra i vescovi c’è chi dice: «Un errore l’accoglienza indiscriminata»

8 Apr 2019 12:26 - di Federica Parbuoni

Non solo accoglienza indiscriminata. Anche nella Chiesa c’è chi avverte che bisogna puntare su una via legale all’immigrazione, che vada oltre le «emozioni» del momento e sappia chiedersi «che tipo di società vogliamo costruire con loro (i migranti, ndr) in Italia e in Europa». Il monito è arrivato nei giorni scorsi da monsignor Mario Delpini, vescovo della diocesi di Milano, nel corso di un convegno, promosso dalle Caritas Italiana e Ambrosiana, che aveva un titolo-manifesto: “Non per mare”.

«I corridoi umanitari funzionano»

Al centro della riflessione c’erano la pratica dei corridoi umanitari e un primo bilancio della loro applicazione. Si tratta di un bilancio positivo registrato anche dai media d’Oltretevere, come ha notato Libero che ha riportato i titoli delle edizioni dell’Osservatore romano e di Avvenire a ridosso dell’incontro. «I corridoi umanitari funzionano», era quello del quotidiano della Santa Sede, mentre il giornale dei vescovi è arrivato a parlare di un «modello Italia». Dal 2017, infatti, esiste un accordo tra governo, Cei e Comunità di Sant’Egidio per far entrare legalmente nel Paese chi ha diritto alla protezione umanitaria. Né più né meno dell’obiettivo di Matteo Salvini, che se da un lato esercita la linea dura nei confronti degli sbarchi illegali, dall’altro ripete che chi ha diritto è il benvenuto. Si tratta, del resto, di una linea ampiamente condivisa da quel fronte che non ci sta a farsi dettare le politiche migratorie da trafficanti e Ong.

Un’azione concreta contro le morti in mare

Grazie ai corridoi umanitari in Italia sono arrivati 500 richiedenti asilo, tra i quali 200 bambini. Venivano dai campi profughi di Etiopia, Giordania, Turchia e sono stati integrati con profitto. Soprattutto, non sono stati esposti al rischio di morte in mare che è indissolubilmente connesso ai viaggi clandestini, ma che ugualmente viene sbandierato dal fronte dell’accoglienza indiscriminata per criminalizzare la linea del rigore. Spesso con la stessa chiesa in prima fila, come avvenuto appena qualche giorno fa, quando il presidente della Cei, Gualtiero Bassetti, è arrivato a sostenere che alla diminuzione degli sbarchi ha fatto seguito un aumento delle morti in mare.

Il mea culpa per certi appelli dei vescovi sui migranti

«Mi pare che sul fenomeno migratorio si faccia volutamente troppa confusione che genera solo delle emozioni. In questo modo risulta difficile poter affrontare questo tema all’interno di una visone complessiva capace di guardare a un futuro promettente dell’Italia e dell’Europa», è stato invece il monito di monsignor Delpini, che ha sostenuto la necessità di puntare sulle alternative ai viaggi illegali e ha spiegato di sentirsi «un po’ in colpa per la genericità dei nostri appelli, lanciati anche come Vescovi italiani».

Commenti

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  • fabio dominicini 9 Aprile 2019

    Le giornaliere esternazioni di questo Papa a favore di una incontrollata immigrazione clandestina allontanano i cristiani dalle Chiese.-

  • FAUSTO 9 Aprile 2019

    non solo dei Vescovi ma anche cel Papa cui bisogna ricordare che anche nella fede ci vuole ragionevolezza altrimentisi diventa dei radicali. In Italia esistono anche i Radical Scik che vogliono rom e migranti a casa d’altri, nessun rom o migrante è mai entrato in Vaticano. Anche la comunità di S Egidio li fa venire e li appioppa all’Italia tanto sono tutti soldi del popolo italiano, pantalone paga.
    Basta accoglienza, rispediamoli tutti al loro paese.