Toninelli in bilico come un birillo. E il “nuovo” Pd spara sulla Croce Rossa
Toninelli in bilico? Sul malcapitato ministro dei Trasporti alle prese con la matassa della Tav pende la minaccia della mozione di sfiducia del Pd. Ma non sarà certo il “nuovo“ partito di Nicola Zingaretti, uscito dai gazebo di domenica, a mettere a rischio la tenuta del grillino. A poche ore dal vertice a Palazzo Chigi tra Di Maio e Salvini per trovare una soluzione, che si trascina da settimane, sulla Torino-Lione il ministro campione di gaffe farà ancora una volta il vaso di coccio.
Il Pd fa quello che può. «Presenteremo una mozione di sfiducia – ha annunciato la capogruppo Pd in commissione Trasporti della Camera Raffaella Paita – che ha bloccato i cantieri in tutta Italia, ha preso in giro gli italiani e per essere stato di fatto commissariato». La parlamentare fa le pulci al governo: «Il 3 febbraio (1 mese fa) Di Maio aveva definito la mini-tav una “super cazzola”. Oggi apprendiamo che Conte (Mascetti?) sposa la linea mini-tav dettata dalla Lega (poi smentita da Palazzo Chigi, ndr). Da questa vicenda – aggiunge Paita – emerge una sola certezza: Toninelli deve dimettersi. Ha mentito o è incapace». Una richiesta che difficilmente avrà i numeri in Parlamento per passare, più dettata dal tentativo di rosicchiare voti all’elettorato grillino che scalpita per il No Tav.
L’incontro a quattro o a tre (la presenza di Toninelli a Palazzo Chigi non è confermata) viene sbandierato come «decisivo» ma l’atteggiamento pilatesco del vicepremier pentastellato, che ieri a Torino, alle Officine Grandi Riparazioni del capoluogo piemontese insieme a Casaleggio si è ben guardato di parlare di Tav e ha snobbato i comitati in fibrillazione per l’imminente via libera ai bandi per i cantieri, non promette grandi soluzioni se non il temporeggiamento fino alle europee. I consiglieri grillini si ribellano a questa ipotesi minacciando di lasciare il movimento in assenza di un segnale chiaro. A poche ore dall’incontro con il premier la posizione No tav dei pasdaran grillini non sembra disposta a cedere a compromessi, usciti dal cilindro di Salvini: un’intesa a ribasso sulla linea ferroviaria Torino-Lione «non è contemplabile», fanno sapere. Nel caso partissero i bandi «sarebbero revocabili senza pagare la penale».