Tav, il Pd tifa per la crisi. Zingaretti spera nelle elezioni per disfarsi dei renziani

8 Mar 2019 16:08 - di Giacomo Fabi

Visto da sinistra, la gazzarra che si sta consumendo all’interno del governo sulla Tav dà l’idea dello scampato pericolo (l’alleanza con i 5Stelle) finendo così per dare ragione postuma a Matteo Renzi, che del “no” senza se e senza ma all’intesa con Di Maio  è stato ispiratore e arcigno guardiano. Come a destra, anche a sinistra il copione della convenienza politica impone di scegliere, nella maggioranza giallo-verde, il bersaglio preferito: in questo caso, Salvini. «È il primo responsabile perché le sue chiacchiere non si sono mai tradotte in fatti», va giù duro il solitamente pacato Graziano Delrio, che aggiunge: «Se Salvini ha un minimo di dignità deve ammettere che in questi nove mesi ha fatto perdere tempo al Paese, lui per primo, e che questo esperimento di governo è meglio che venga subito smontato».

Il nuovo leader ha bisogno di gruppi parlamentari a lui fedeli

Eppure, sul tema della Tav la sinistra avrebbe di che battersi il petto viste le tante sacche di resistenza all’opera che ha portato in seno in questi ultimi anni e l’indulgenza diffusa a piene mani nei confronti di chi vi si opponeva, persino quando i metodi di lotta risultavano poco ortodossi. Ma tant’è: l’opposizione ha i suoi vantaggi e il nuovo leader Zingaretti intende sfruttarli tutti. Non per caso, all’indomani delle primarie vittoriose si è precipitato a Torino per dare man forte al presidente della regione Piemonte, il compagno Chiamparino, da sempre favorevole al progetto Tav. Zingaretti ha voluto incunearsi tra Salvini e Di Maio con l’obiettivo di arrivare quanto prima a nuove elezioni politiche e, attraverso queste, “derenzizzare” gli attuali gruppi parlamentari, ancora espressione dell’ex-premier.

Delrio attacca Salvini: «Ha perso 9 mesi di tempo sulla Tav »

Appare perciò intempestiva, se non addirittura fuori tempo massimo, l’apertura al Pd della senatrice grillina dissidente Paola Nugnes, che, tra l’altro, ha preso in prestito proprio il dossier sbagliato, quello della Tav, per giustificarlo: «È arrivato il momento, tardivo, di far valere il peso della nostra maggioranza e se la Lega insiste col sì all’alta velocità Torino-Lione a quel punto sarà il Carroccio a prendersi una responsabilità sul governo». Ma questo, ragiona la Nugnes, spingerà il M5S a cercare «altre alleanze in Parlamento a partire dal Pd».

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