Stadio della Roma, altri tre arresti di peso. Sono indagati anche Statuto e i fratelli Toti

20 Mar 2019 10:07 - di Redazione
L'area del nuovo stadio della Roma dove l'avvocato Mezzacapo e Parnasi puntavano a far spostare la sede dell'Acea

Sono in tanti a tremare. Nel nuovo filone d’indagine scaturito dall’inchiesta giudiziario partita dall’inchiesta sullo stadio della Roma, che ha portato in carcere il  numero due del Campidoglio, Marcello De Vito, con l’accusa di aver preso tangenti dai costruttori sono coinvolti anche imprenditori, professionisti e re del mattone.

Oltre a mister preferenze, grillino ortodosso, (vicino all’ex deputata e consigliera regionale Roberta Lombardi) sono finiti in manette altre tre persone: l’avvocato Camillo Mezzacapo, persona molto vicina a De Vito, destinatario di incarichi professionali su segnalazione del presidente del Consiglio comunale di Roma, ai domiciliari invece l’architetto Fortunato Pititto, legato al gruppo imprenditoriale della famiglia Statuto, e Gianluca Bardelli. Risultano indagati a piede libero anche i fratelli Pierluigi e Claudio Toti, presidente e vicepresidente della holding di famiglia.  Secondo la procura De Vito sfruttando le relazioni che aveva in Campidoglio si era fatto promettere dai due imprenditori 110mila euro in cambio del suo interessamento con il pubblico ufficiale incaricato di approvare il progetto di riqualificazione degli ex mercati generali di Ostiense.

Tra gli indagati ancora  l’avvocato Virginia Vecchiarelli, Sara Scarpari amministratore della società Mdl srl (riconducibile a De Vito e Mezzacapo) e l’immobiliarista Giuseppe Statuto amministrato della Lux Holding, coinvolto nell’appalto della vecchia stazione di Trastevere. Gli undici indagati sono accusati a vario titolo di corruzione, traffico di influenze illecite, evasioni di imposte e false fatturazioni.

 

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