Genitori orchi: il padre abusava di lei, la madre la maltrattava. Tutto perché la ragazza era lesbica
Abusata dal padre e maltrattata per anni. Punita per un’unica colpa, quella di essere lesbica. Oggi quella giovane donna 23enne è stata ammessa parte civile dal gup di Termini Imerese, Michele Guarnotta, nel processo a carico dei genitori orchi. Violenze e botte andate avanti per anni, che solo una volta diventata maggiorenne la vittima ha trovato la forza di denunciare. Il sostituto procuratore di Termini Imerese Annadomenica Gallucci ha chiesto il processo per i genitori della ragazza con la pesante accusa di maltrattamenti in famiglia e atti persecutori e per il padre anche per violenza sessuale aggravata. L’udienza è stata rinviata al 9 maggio. Una storia di orrore tra le mura domestiche che, come racconta il quotidiano La Repubblica, inizia grazie ad alcuni sms scoperti sul cellulare della ragazza allora 15enne. “Avevo dimenticato il telefono a casa – ricorda la vittima -, mia sorella vide i messaggi e li mostrò a mio padre. Vennero a prendermi a scuola e mentre eravamo in macchina mi davano botte dappertutto”. “Meglio morta che lesbica” avrebbe urlato la madre dopo averla rinchiusa nella sua camera uscendo. “Queste cose devi guardare, non le donne” avrebbe aggiunto il padre spogliandosi e abusando di lei. Dopo la denuncia, nel 2016, la ragazza è stata condotta in una comunità protetta. I genitori hanno sempre negato ogni accusa.
Accanto alla giovane vittima si schiera il direttivo di coordinamento del Palermo Pride. “Apprendere dell’abominevole vicenda della giovane italiana, palermitana, è stato un brusco risveglio – dice -. Riteniamo questa storia, che pare un terribile rigurgito del passato ma che invece accade oggi, un chiaro sintomo del polso del Paese, un Paese che persevera nel negare diritti e accoglienza e che permette abusi, violenze e discriminazioni, perfino tra le mura domestiche, nella totale assenza di politiche di tutela”.