Tav, per colpa Di Maio e Toninelli rischiamo di restituire i fondi all’Ue
“Non possiamo escludere che, in caso di ritardi prolungati” dei lavori della Tav Torino-Lione “dovremo chiedere all’Italia di restituire i contributi già versati” dall’Ue per cofinanziare l’opera, che fa parte della rete di collegamenti paneuropei Ten-T. Lo ribadisce un portavoce della Commissione Europea, mentre in Italia continua il dibattito all’interno del governo sull’infrastruttura, con il vicepresidente del Consiglio Luigi Di Maio che assicura che, finché il Movimento Cinque Stelle sarà al governo, la Torino-Lione non si farà.
Cofinanziamenti per 813,8 mln di euro
Per la Tav sono stati approvati cofinanziamenti per 813,8 mln di euro; se i ritardi dell’opera, che già ci sono a causa del blocco dei cantieri, si protrarranno, c’è il rischio che i fondi che non si riesce ad impiegare in Italia vengano riallocati ad altri progetti della rete Ten-T, fuori dal nostro Paese. Il Grant Agreement, l’accordo di finanziamento, può anche essere rivisto, ma occorre che il governo prenda una decisione: a giugno ci sarà una valutazione di tutti i progetti Cef (Connecting Europe Facility) e, se l’Italia non vuole perdere i fondi, è bene che una decisione venga presa per tempo, prima di quella scadenza. Fonti Ue fanno poi notare che un’analisi costi-benefici della Torino-Lione esiste già, essendo obbligatoria per un progetto della portata della Tav. Redatta da esperti interni ed esterni, venne presentata nel 2015 da Francia e Italia (la valutazione era stata favorevole). Modificare il progetto già approvato e finanziato, a quanto si apprende, non dovrebbe essere impossibile, ma sarebbe comunque piuttosto laborioso.