Manuel, i medici spengono le speranze: non camminerà, lesione completa al midollo
Spengono le speranze i medici del San Camillo su Manuel Bortuzzo, il giovane atleta, straordinario nuotatore, colpito da un proiettile nella notte tra sabato e domenica in un pub irlandese a Roma per uno scambio di persona: ha una lesione al midollo, non camminerà più.
Giura Matteo Salvini: prenderemo quei deliquenti e li metteremo in galera.
Il tremendo verdetto su Manuel è stato comunicato, nel corso di una conferenza stampa, dai medici del San Camillo che lo hanno in cura , in particolare da Alberto Delitala, il chirurgo che lo ha operato: «C’è una lesione del midolllo completa. Questo vuol dire – riassume Delitala – che, al momento, consideriamo che non possa esserci una ripresa funzionale del movimento delle gambe».
Delitala, responsabile della Neurochirurgia del San Camillo spiega, insieme all’anestesista Emiliano Cingolani responsabile della Rianimazione del San Camillo, lo stato attuale di Manuel: «A 48 ore dal termine dell’intervento toracico, il decorso post operatorio è soddisfacente, le condizioni sono stabili, è ancora sedato e con ventilazione artificiale, e contiamo di risvegliarlo nei prossimi giorni, ma da studi effettuati il paziente ha perso la mobilità».
«Nonostante la decompressione del midollo, il midollo non conduce – rivela Delitala – Abbiamo effettuato uno studio bioelettrico che ha evidenziato una lesione midollare completa. E questo ci porta a dire che con le attuali conoscenze della scienza neurologica non ci possa essere una ripresa del movimento delle gambe»
«Il decorso post operatorio è soddisfacente – ha aggiunto l’anestesista Cingolani – i parametri cardiorespiratori sono buoni, anche se è ancora troppo presto per poter sciogliere la prognosi».
Proseguono, intanto, le indagini per identificare il killer che ha sparato contro Manuel. Gli investigatori stanno ricostruendo l’agguato attraverso le testimonianze, in particolare quelle della fidanzata di Manuel, Martina, 19 anni, anche lei nuotatrice: «Mi ha detto “mi hanno sparato, chiama Alessandro“, il suo amico e si è accasciato a terra. Quando l’ho visto cadere, ho temuto che fosse morto”.
«Ero con lui – ha detto Martina che frequentava Manuel da circa un mese -. Quel motorino scuro, nero, è spuntato dal nulla. Eravamo di spalle e pioveva».
«Sono vicino a Manuel e alla sua famiglia – dice il ministro dell’Interno, Matteo Salvini – stiamo facendo tutto il possibile perchè i delinquenti che hanno sparato siano presi e messi in galera».