Beppe Grillo striglia i suoi: «Niente alibi, basta lagnarsi. Ora mettevi a governare in silenzio»
Il “gomblotto” e la cattiva eredità non incantano più. Se ne è accorto persino il lìder maximo, fondatore del movimento che doveva aprire il Parlamento come una scatola di tonno. Beppe Grillo dà la sveglia ai suoi: basta lagnarsi per i governi precedenti. Basta alibi. Bisogna accettare il martirio. «Noi ci dobbiamo far martirizzare senza inventare troppe storie. Abbiamo le nostre battaglie, la gente ci ha votato per quelle», dice il comico genovese che invita a governare, pancia a terra, senza fare schiamazzi. Proprio il campione della giugulare gonfia, il re delle urla striglia Di Maio e i suoi ministri e li “invita” a governare in silenzio.
Quattro chiacchiere, ma pesanti, “strappate” da Repubblica nel retropalco del teatro Brancaccio, che fotografano bene i sentitmenti del comico che assiste disilluso alle vicende dell’esecutivo, agli stop and go sui temi forti cari all’elettorato grillino, ai quesiti “referendari” mal posti sulla mitologica piattaforma Rousseau e al calo di consensi in Abruzzo, che ha costretto la candidata 5stelle a un misero terzo posto.
Bisogna guardare al futuro, ripete Grillo che però vorrebbe pure tornare alle origini, insomma una sorta di vaffa in grisaglia, un vaffa governativo. Ce l’ha con la noiosa e inefficace comunicazione 5Stelle tutta incentrata sull’autoassoluzione, sulle colpe altrui, che sui social viene sintetizzata con “e allora il Pd?”. Non si può andare avanti all’infinito dicendo che sullaTav, Tap, gli 80 euro, il reddito di inclusione hanno sbagliato quelli di Renzi. Sulla vicenda Diciotti e il salvataggio di Salvini (che come personaggio non «gli dispiace»), invece, preferisce non commentare. Dove sia finita l’integerrima intransigenza sulle questioni giudiziarie non è dato sapersi. Qualche giorno fa ci ha pensato il sindaco ex 5Stelle Federico Pizzarotti a elencare tutti le inversioni a U dei suoi ex colleghi, a partire dall’inziale niet agli inquisiti che lentamente si è trasformato in un giudizio caso per caso…