Roma asfaltata dalla Fiorentina. I tifosi: “Andate a lavorare”. Di Francesco in bilico
È rientrata in pulmann la squadra giallorossa, invece che in treno, per motivi di sicurezza, dopo l’umiliazione del 7-1 con la Fiorentina che ha asfaltato i ragazzi di Pioli e vola alle semifinali della Coppa Italia. A briciare non è solo l’eliminazione ma il risultato che ha il sapore di una vera e propria umiliazione. Dopo il sesto gol subìto dai Viola i tifosi dal settore ospiti dello stadio fiorentino hanno iniziato a contestare la squadra. «Andate a lavorare», è stato il coro più gentile. Tornata nella Capitale la Roma ha trovato a Trigoria un’accoglienza non propro ottimale: una ventina di tifosi appostati su piazzale Dino Viola hanno cercato di avvicinarsi all’ingresso del centro sportivo ma sono stati intercettati dalla polizia. Sia il pullman su cui ha viaggiato lo staff tecnico, arrivato per primo a Trigoria, sia quello con a bordo la squadra, arrivato più tardi, sono stati oggetto di insulti e lancio di oggetti e viola.
L’esito vergognoso del match, nono ko stagionale, chiama in causa ovviamente l’allenatore Eusebio Di Francesco che rischia l’esonero dopo la peggiore sconfitta della storia della Roma in Coppa Italia. Incontrando la stampa dopo la partita ha detto di non pensare affatto alle dimissioni. Eusebio pensa solo a come uscirne, di nuovo: «Ora c’è solo da chiedere scusa a tutti i tifosi per la prestazione vergognosa che abbiam fatto. La lista degli errori è piena – dice l’allenatore sotto botta – ma mi dispiace di più che nella difficoltà si perde la testa. Questo non dimostra unione, ma il contrario. Quando si è squadra lo si deve essere anche quando le cose vanno male. Parliamo sempre di una Roma di giovani, ma non possiamo trovare alibi. Basta, basta, basta. Dobbiamo guardarci in faccia bene, per quella che è stata la prestazione. Non esiste puntare il dito su un cambio sbagliato, su una scelta. Siamo noi, insieme, compreso me, che dobbiamo capire che così non va e non può andare». Il presidente James Pallotta spinge perché Monchi, direttore sportivo ed ex calciatore spagnolo, (da sempre favorevole a mantenere DiFra) intervenga al più presto per decidere il da farsi.