L’Antitrust Ue indaga su un cartello di 8 banche: accordi per speculare sui titoli di Stato

31 Gen 2019 19:45 - di Redazione
la commissaria europea alla Concorrenza Margrethe Vestager

Si sarebbero scambiati messaggi su una chat privata comunicando informazioni sensibili per concordare, fra di loro, le strategie di trading sui titoli di Stato europei e, per questo, l’Antitrust Ue ha deciso di indagare su un cartello di otto banche – i nomi degli Istituti di credito non sono stati ufficialmente rivelati ma già si sa che sono coinvolte la tedesca Deutsche Bank, Crédit Agricole e Crédit Suisse  – i cui trader avrebbero violato e distorto «la concorrenza nell’acquisto e nello scambio».

L’accusa dell’Antitrust Ue è di comportamenti collusivi, in periodi compresi tra il 2007 e il 2012, cioè nel pieno della crisi finanziaria e della successiva crisi del debito, e, per questo, la Commissione Europea ha mandato una comunicazione degli addebiti agli otto istituti bancari, i cui nomi non può, però, ufficialmente pubblicare.

I trader che lavoravano all’epoca per quelle otto banche, secondo l’esecutivo Ue, si sarebbeo scambiati informazioni sensibili e avrebbero concordato le rispettive strategie di trading.
I contatti, come detto, avrebbero avuto luogo principalmente, ma non in via esclusiva, attraverso chat on line e l’indagine riguarda gli stessi trader e non implica che la presunta condotta anticoncorrenziale fosse una prassi generalizzata nel settore dei titoli di Stato.

Con la comunicazione degli addebiti notificata l’Antitrust Ue compie un primo necessario passo formale nell’iter dell’indagine europea sulle violazioni delle norme sulla concorrenza informando per iscritto le parti delle contestazioni mosse nei loro confronti.

A questo punto le parti coinvolte nell’indagine Ue e raggiunte dalla comunicazione formale degli addebbiti possono consultare i documenti relativi all’indagine, rispondere per iscritto e richiedere anche un’audizione per presentare le proprie osservazioni in merito alle contestazioni mosse.

Se la Commissione Europea riterrà che vi siano sufficienti prove rispetto al fatto che si sia verificata effettivamente una violazione, può adottare una decisione, con multe che possono arrivare fino al 10 per cento del giro d’affari annuale mondiale delle società chiamate in causa.
Quanto a scadenze precise, non ve ne sono per la conclusione di un’indagine antitrust.

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