XFactor, attesa per la finale. 10 motivi per cui guardare il talent non è una perdita di tempo

11 Dic 2018 15:48 - di Adele Sirocchi

La settima puntata di XFactor 12, quella della semifinale, è stata la più vista di sempre nella storia dello show. E alla vigilia della finalissima tutti scommettono sul fatto che anche l’ultima tappa del talent replicherà un successo senza precedenti. I motivi esistono ed è bene elencarli, al di là delle schermaglie tra i giudici e del gossip sulle stoccate che Asia Argento e Lodo Guenzi (il giudice che è subentrato al suo posto) si sono scambiati sui social.

1)Lo spettacolo è assicurato e il talento pure. Grande è stata la determinazione dei giovani in gara e grande l’impegno nell’assegnare pezzi che riassumono il meglio del panorama musicale italiano e internazionale, con lo sguardo rivolto anche al passato: grande attenzione ha suscitato per esempio la rivisitazione di un brano di Giuni Russo, “Crisi metropolitana”, da parte di Naomi e l’esecuzione da parte dei Bowland di “Senza un perché” di Nada.

2)Anche gli adulti che guardano XFactor possono imparare qualcosa sui gusti degli adolescenti e dei giovanissimi. Uno dei gruppi in gara, i Seveso Casino Palace, aveva scelto alle selezioni di cantare, trasformandolo un po’, un brano del trapper Sfera Ebbasta, “Ricchi per sempre”.

3)Paradossalmente, XFactor ha dimostrato che avere un cognome importante non spalanca automaticamente le porte della finale ai giovani in gara. Leo Gassman infatti, figlio di Alessandro e nipote del grande Vittorio, non ce l’ha fatta all’ultimo step risultando eliminato al ballottaggio con la sedicenne sarda Luna Melis, fino ad oggi del tutto sconosciuta.

4)Dai giudici può arrivare anche qualche importante lezione di vita: è accaduto quando Mara Maionchi si è entusiasmata per la versione di Another Brick in the Wall dei Pink Floyd portata sul palco da Anastasio. Non c’è bisogno di altro per gasarti, ha detto, basta questa musica. Sottinteso: il buon rock basta a se stesso, senza l’ausilio di altri “stupefacenti”.

5)Non solo canzonette, ma anche azzardi. E’ il caso del titolo dell’inedito, ascoltatissimo su youtube, di Martina Attili, “Cherofobia”. Un titolo e un tema sicuramente originali, che hanno obbligato il pubblico a ripassare un po’ di greco. Cherofobia, ossia la paura di essere felici, viene infatti dal greco chero, che significa “mi rallegro”, e phobia, paura.

6)Questa edizione di XFactor è stata indubbiamente anche un buon palcoscenico per rilanciare la poesia, grazie ad Anastasio, il giovane concorrente napoletano che a ogni puntata ha estasiato il pubblico riscrivendo canzoni cult come “Mio fratello è figlio unico” e “Stairway to Heaven” fino alla performance teatralizzata basata sul testo mistico di Franco Battiato, “La porta dello spavento supremo”.

7)Ancora, XFactor ha sancito una sorta di rivincita del Sud: in finale ci sono due giovani di Napoli, Naomi e Anastasio, e la piccola Luna, nata nel 2002 in un piccolo paese in provincia di Cagliari.

8)Questa edizione è stata quella in cui il pubblico, col suo voto, ha potuto orientare la gara in tutte le puntate live, scegliendo chi eliminare con il proprio voto, anche grazie alle troppe indecisioni dei quattro giudici. E’ stato alla fine un XFactor in chiave più populista rispetto al passato.

9)Chi ha seguito dall’inizio l’evoluzione della gara ha imparato che non bisogna mai dare nulla per scontato: le sorprese non sono mancate, come l’eliminazione di due voci superfavorite, quella di Martina Attili e quella di Sherol Dos Santos e la resistenza al di là delle attese di una concorrente sottovalutata come Naomi.

10)Sul palco di XFactor c’è stato spazio anche per le sperimentazioni: ne sono prova tangibile le esibizioni dei Bowland, altra gradita sorpresa di questa edizione, il gruppo iraniano che ha creato ad ogni puntata sonorità vintage con strumenti inediti e particolari, facendo suonare anche i bicchieri…

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