Pamela, lo strazio è iniziato quando era ancora in vita. I nigeriani senza pietà

16 Feb 2018 12:26 - di Redazione

L’ultima autopsia sul corpo di Pamela Mastropietro sembra non lasciare alcun dubbio sulla sua drammatica fine: la ragazza ha ricevuto due coltellate che hanno avuto “un ruolo nel determinare la morte”. Insomma, la ragazza di Macerata sarebbe stata uccisa, a questo punto con assoluta probabilità dal branco nigeriano: altro che overdose. La rivelazione dei risultati dell’autopsia è arrivata dal gip di Macerata, Giovanni Maria Manzoni, nell’ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti di Lucky Desmond e Lucky Awelima, due dei nigeriani accusati per l’omicidio dello scorso 30 gennaio. Anche il Corriere della Sera riporta che, secondo il gip, le ferite sono state “prodotte quando la giovane era ancora a cuore battente“. Le ferite al fegato sul corpo della ragazza sono state esaminate anche dal medico legale incaricato dalla famiglia all’istituto di medicina legale della Sapienza, a Roma.

Pamela, lo zio della giovane: «Sono ferite mortali»

Lo zio della giovane, Marco Valerio Verni, ha confermato: «Sono ferite mortali». «Mia nipote aveva anche una lesione al volto, come se fosse stata picchiata», ha rivelato ancora Verni, che è poi rappresentante legale della famiglia, il quale si è chiesto ancora una volta «per quale motivo i tre indagati hanno proceduto a una meticolosa operazione per rendere irriconoscibile il corpo della ragazza e poi per farlo scomparire, ma si sono alla fine persi facendolo in pratica ritrovare sul ciglio della strada, oltre a coinvolgere un testimone – il tassista del Camerun che ha accompagnato Oseghale a Casette Verdini di Pollenza e il giorno successivo si è recato dalla polizia per raccontare quello che aveva fatto – che ha subito parlato».

Commenti

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  • gio 16 Febbraio 2018

    Per queste bestie và applicata la pena di morte per impiccagione (la più lunga e dolorosa). Senza “se” e senza “ma”.