Gay Pride, una festa al veleno. Mastelloni: “Così ci rendiamo ridicoli”

11 Giu 2017 11:59 - di Monica Pucci

Hanno ballato, scattato selfie, girato video, si sono baciati in piazza e hanno ostentato la loro “diversità” con orgoglio, fino a trasformare una giornata di festa in uno show che secondo alcuni (tra cui molti omosessuali) rasenta la carnevalata. Il Gay Pride di ieri, a Roma, dal punto di vista mediatico è stato un successo ma da quello “politico” molto meno. Il movimento Lgbt, in Italia, è spaccato e lo si è visto anche ieri, durante il corteo che ha sfilato per le strade del centro della Capitale. Nelle scorse settimane le dichiarazioni, peraltro non nuove, delle lesbiche italiane contro l’utero in affitto, considerato una “mercificazione” del diritto alla procreazione, avevano segnato profonde spaccature, fino al comunicato di Arcilesbica nazionale che attaccava i Comitati locali organizzatori dei Pride 2017 che avevano espresso “una forte critica nei confronti di chi è contrario/a all’utero in affitto, mettendo in dubbio la coerenza di chi ha difeso negli anni passati la autodeterminazione delle donne”. 

Mastelloni e le critiche alle unioni civili  e al Gay Pride

Gay contro lesbiche, dunque, perfino al Gay Pride, su cui s’è abbattuta ieri anche la critica del’attore Leopoldo Mastelloni che in un’intervista a Gay.it ha bocciato l’evento romano. “Cosa vuole che le dica? Ci sono già tante scocciature in questo mondo, perché mai me la dovrei prendere col Gay Pride? Penso che non ci dovrebbe essere né l’orgoglio, ne il “disorgoglio” della propria sessualità. Il gay è un qualcosa di indefinibile in fondo. Le tendenze sessuali sono variabili come il vento e poi sono cose private, ma non giudico chi va. Alla fine è una manifestazione che raccoglie tanti consensi”, dice.  E sulle unioni civili? Da Mastelloni arriva l’invito a non rendersi ridicoli: “Non mi piace quest’ostentazione e questo continuo scimmiottamento dei matrimoni. Etero o gay che siano, naturalmente. Tutto quel folclore è un qualcosa di anacronistico. Non mi piacciono le donne che in comune si vestono come al matrimonio di Belén, così come non mi piacciono due uomini che si sposano con i mughetti attaccati, sul taschino, col riso. Trovo tutto così fuorviante…”.

 

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