Al Salone Margherita le nozze gay di Pingitore sono tutte da ridere

18 Mar 2017 15:23 - di Redazione

Da mercoledì fino al 9 aprile è in scena al Salone Margherita di Roma, Per un pugno di sgay una “tragedia comica” diretta da Pier Francesco Pingitore. In scena Martufello, Manuela Villa, Andrea Dianetti e Sebastian Gimelli Morosini fino a domenica 9 aprile. Che cosa può accadere quando in una famiglia italiana media, babbo e mamma (Martufello e Manuela Villa) vengono a sapere che il loro unico figlio intende sposarsi? Niente di più normale e sereno.  A meno che il figliolo all’atto di presentare ai genitori la presunta fidanzata, non presenti invece un fidanzato. Babbo e mamma, colti di sorpresa, non la prendono affatto bene. I rapporti con i due promessi sposi si fanno improvvisamente pessimi e nulla sembra in grado di ricomporli. Finché non giunge una grossa novità dall’America. Ma sarà solo il primo di una serie di colpi di scena. Avere un figlio gay che si vuole sposare con un uomo: la possibilità che ci si trovi di fronte ad una eventualità del genere è sempre meno remota. Anzi. Certo l’approvazione della legge sulle unioni civili sembra indicare che ormai persone dello stesso sesso possono tranquillamente dare vita a mènage coniugali o quasi, senza incontrare più alcun ostacolo.

La “tragedia comica “di Pingitore sulle nozze gay

Tuttavia quello che le legge consente, non sempre è accettato all’interno di famiglie tradizionali, i cui componenti, babbo e mamma soprattutto, sono pur sempre legati allo stereotipo del matrimonio uomo-donna. Ma le ragioni dell’attaccamento alla tradizione sono poi così solide e invalicabili? E se improvvisamente fa capolino l’interesse, la possibilità di un arricchimento imprevisto e strabiliante, siamo sicuri che le frontiere dell’ideale reggeranno? ‘Per un pugno di sgay’ affronta proprio la questione del rapporto figli-genitori, alla luce delle nuove tendenze della società. E senza rinunciare alla leggerezza e al divertimento, che caratterizzano i testi di Pingitore, pone l’accento sull’ipocrisia di tanti fieri propositi e tetragone convinzioni, destinate a crollare di fronte al tintinnare del Dio Denaro. Costumi e scene di Graziella Pera, aiuto regista Morgana Giovannetti, produzione Nevio Schiavone.

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