Lo scatto d’orgoglio dei greci: no alla sfilata di Gucci sull’Acropoli

15 Feb 2017 18:43 - di Redazione

Niente sfilata di Gucci sull’Acropoli, anche se in cambio sarebbe giunto un sostanzioso contributo per il restauro del Partenone,  uno dei monumenti più famosi del mondo. Il Consiglio archeologico centrale (Kas) ha respinto la richiesta della casa di moda italiana che voleva organizzare un evento a giugno per 300 ospiti nel sito archeologico che sovrasta Atene.

“Il carattere culturale unico dei monumenti dell’Acropoli non si accorda con questo tipo di evento”, si legge in un comunicato diffuso dal Kas, che ricorda lo status di patrimonio mondiale dell’Unesco del sito. D’accordo nel vietare la sfilata anche il ministro della Cultura Lydia Koniordou. “Il Partenone è un monumento importante e un simbolo che i greci devono proteggere, specie alla luce dello sforzo per riunirne i marmi”, ha affermato, facendo riferimento all’annosa controversia per la restituzione dei frontoni del Partenone esposti a Londra.

A quanto riferisce il sito Ekathimerini, Gucci voleva organizzare una sfilata di 15 minuti su una pedana fra il Partenone e l’Eretteo. In cambio offriva due milioni di euro per lavori di restauro della cittadella nei prossimi anni o per qualsiasi altro intervento concordato con le autorità elleniche. Il quotidiano aveva bollato la richiesta di Gucci come “un’umiliazione. Il Partenone (che sarebbe stato principale scenario della sfilata ndr) fa parte del patrimonio culturale mondiale, non solo perché è bello, ma, cosa più importante, perché è il vibrante simbolo della democrazia”.

Un portavoce della griffe fiorentina è intervenuto sulla vicenda per fornire la versione ufficiale del marchio Gucci: “Confermiamo di aver avuto un incontro con le autorità elleniche per esplorare la possibilità di un progetto di collaborazione culturale a lungo termine. Il nostro marchio non è nuovo a iniziative di questo genere. Negli ultimi anni abbiamo collaborato con istituzioni quali Palazzo Strozzi a Firenze, Minsheng Museum a Shanghai, Chatsworth House in Inghilterra e Lacma a Los Angeles. Le speculazioni pubblicate relative a presunti impegni o offerte economiche diretti o indiretti, sono destituite da ogni fondamento”.

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