Figli che uccidono i genitori: ecco i casi più eclatanti degli ultimi anni

11 Gen 2017 18:08 - di Redazione

Figli che uccidono i genitori. L’omicidio della coppia del Ferrarese, per il quale sono stati fermati il figlio adolescente e un suo amico, riporta alla mente i casi di Pietro Maso e quello di Erika e Omar, rimasti per sempre impressi nella memoria degli italiani. Ma non sono gli unici casi che hanno scosso l’opinione pubblica. Ecco i principali delitti avvenuti in famiglia negli ultimi anni che hanno avuto ampia eco sui media.

13 novembre 1975: le belve di Vercelli sconvolgono l’Italia del boom economico. Nella notte Doretta Graneris, appena 18enne, e il fidanzato Guido Badini, di 21, uccidono a colpi di pistola tutta la famiglia di lei mentre le vittime sono a cena: a terra restano Italia Zambon (41 anni), Sergio Graneris (45 anni), Romolo Zambon (79 anni), Margherita Baucero (76 anni) e Paolo Graneris (13 anni), rispettivamente madre, padre, nonni materni e fratello della Graneris. La vicenda diventa un caso mediatico e lascia gli italiani attoniti.

– 4 agosto 1989: Nella sua casa di Parma, in via Rimini 8, Ferdinando Carretta uccide a colpi di pistola il padre Giuseppe, contabile, la madre Marta, casalinga, e il fratello Nicola. Il caso diventerà negli anni successivi uno dei più clamorosi delitti avvenuti in ambito familiare. Carretta infatti, confessò gli omicidi 9 anni dopo durante un’intervista a Giuseppe Rinaldi per la trasmissione ‘Chi l’ha visto’. Carretta oggi ha 52 anni e il 9 maggio 2015 è tornato in libertà e vive a Forlì.

– 17 aprile 1991: Aiutato da tre amici, nella sua casa di Montecchia di Crosara, nel Veronese, Pietro Maso, uccide entrambi i suoi genitori, Antonio Maso e Mariarosa Tessari, con l’obiettivo di intascare subito la sua parte di eredità. Viene però arrestato due giorni dopo e condannato a trent’anni di carcere, con il riconoscimento della seminfermità mentale al momento del fatto. Ne trascorre 22 in cella, e dopo un periodo di libertà, è ricoverato in clinica psichiatrica dal marzo 2016. Tempo prima era stato denunciato dalle sorelle, poi messe sotto scorta per le minacce ricevute.

– 26 dicembre 1992: a Cerveteri Giovanni Rozzi, 25 anni, insieme ad un amico uccide padre e madre. Il movente, ancora una volta, è il denaro, che serviva al compagno per comprare droga.

– 4 novembre 1994. San Michele Extra (Verona). Nadia Frigerio, 33 anni, uccide la madre per impossessarsi della casa.

– 21 aprile 1995. Sestri Levante (Genova). Carlo Nicolini, 26 anni, uccide i genitori a colpi di fucile. Poi ne dilania i corpi. Nel settembre 1997 la Corte d’Appello di Genova conferma la sentenza di primo grado e lo dichiara incapace di intendere e di volere e pericoloso per la società, condannandolo all’ergastolo in ospedale psichiatrico.

– 6 dicembre 1998. Giavera del Montello (Treviso). Riccardo Colombo, 33 anni, uccide a colpi di pistola il fratello e la madre, perché avevano sbagliato a compilare la dichiarazione dei redditi.

– 11 febbraio 2001 il 23enne Paolo Pasimeni uccide il padre, il professor Luigi Pasimeni, 60 anni, ordinario di Chimica all’Università di Padova dove studia anche il figlio. L’uomo aveva scoperto che Paolo aveva falsificato i verbali di alcuni esami. Al termine di un litigio scoppiato fra i due, il figlio uccide il padre a botte e gli dà fuoco.

– 22 febbraio 2001: a Novi Ligure, Erika De Nardo (16 anni) e il fidanzato Omar (17 anni), uccidono la madre con più di 50 coltellate e il fratellino di lei, di appena 11 anni. I due fidanzatini tentano da subito di sviare le indagini parlando di una rapina finita in tragedia compiuta da alcuni albanesi ma la ferocia del delitto non convince gli investigatori. I due, lasciati soli nella sala per gli interrogatori, confessano indirettamente il duplice omicidio.

– 20 marzo 2002. In un appartamento nella zona residenziale di Villa Bonelli, a Roma, Aral Gabriele, 28 anni, narcotizza e uccide soffocandoli in due sacchi di plastica, il padre Gaspare (66 anni) e la madre Maria Elena  (64). Da oltre un anno, Aral falsificava il libretto gli esami e aveva fatto credere ai genitori di essere ormai a un passo dalla laurea in Economia e Commercio.

– 30 luglio 2005: a Brescia, Guglielmo Gatti uccide gli zii Luisa De Leo e Aldo Donegani, con cui conviveva dopo la morte dei genitori, li fa a pezzi nel garage di casa e getta i resti in un burrone. Gatti viene condannato all’ergastolo con 3 anni di isolamento diurno.

– 18 ottobre 2005 – A Roma, in Via Turati, nei pressi della stazione Termini, il 15enne Federico Gavuzzo uccide a colpi di pistola i  genitori Enrico e Sibille Nerger. L’uomo quando è ancora in fin di vita riesce a chiamare il 118 e a dare l’allarme. Intervengono le forze dell’ordine che dopo diverso tempo riescono a convincere il ragazzo, che si era barricato sul terrazzo, ad arrendersi e a consegnare la pistola.

– 2 dicembre 2008: a Mentana, a pochi chilometri da Roma, il 30enne Valerio Ullasci massacra i genitori di 59 e 61 anni a colpi di machete e poi confessa il delitto alla polizia, dicendo di essersi allenato tutto il giorno per compiere l’omicidio.

– 8 maggio 2015: Igor Diana, 28enne di origini russe, forse sotto l’effetto di alcol e stupefacenti, massacrato di botte e finisce a coltellate i genitori adottivi Giuseppe Diana di 68 anni e Luciana Corgiolu di 62 nella loro casa di Settimo San Pietro, nel cagliaritano. Poi per due giorni rimane in casa, con i due cadaveri, a consumare alcol e droga. L’11 maggio un parente scopre il delitto. Il ragazzo si è suicidato lo scorso 5 dicembre nel carcere di Uta, dov’era detenuto.

– 7 novembre 2015: ad Ancona Antonio Tagliata, 19 anni, è stato condannato lo scorso dicembre a venti anni di carcere per avere ucciso Fabio Giacconi e Roberta Pierini, genitori della sua ex fidanzata minorenne. Giacconi e Pierini furono uccisi a colpi di pistola nella loro abitazione di via Crivelli. La figlia della coppia ed ex fidanzata di Tagliata, ora 17enne, è stata condannata a 18 anni di reclusione per complicità nell’omicidio e ora è reclusa nel carcere minorile di Nisida, a Napoli.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *