Censis, italiani pessimisti ma dal “letargo collettivo” ci salva la creatività

4 Dic 2015 12:42 - di Redazione

Un “letargo esistenziale collettivo” e il prevalere del day-by-day, con uno sviluppo fatto di capacità d’inventiva individuale e collettiva. Vitali i giovani imprenditori: sono il maggior numero nella Ue. È la situazione italiana letta dal Censis, nel 49esimo Rapporto sulla situazione sociale del Paese, presentato a Roma. La ricerca  parla anche di una sorta di “rilancio del primato della politica“. Un’immagine positiva, quest’ultima,  che va però in contrasto con il malessere degli italiani e la diffusa sfiducia collettiva verso il potere politico.

Censis: i nuovi stili di vita degli italiani

Si compra su Internet e si condivide la macchina. Sono 15 milioni gli italiani che fanno acquisti sul web (2,7 milioni nell’ultimo anno hanno comprato prodotti alimentari in rete e l’home banking è praticato dal 46% degli utenti del web). Per muoversi, invece, sono sempre di più coloro che optano per il car sharing: il 4% degli italiani (circa 2 milioni) e la percentuale sale all’8,4% tra i giovani. Cambia il look delle città ai “piani terra”, vale a dire nell’offerta commerciale dei negozi. Si è registrato un vero e proprio boom di take away (+37%), ma anche di ristoranti (15,5%), bar (+10%) e gelaterie-pasticcerie (+8%).

Il 20% delle famiglie non copre le spese col proprio reddito

Famiglie sempre più indebitate: sfiora il 20% del totale il numero dei nuclei che non riescono a coprire tutte le spese con il proprio reddito. Anche se per la prima volta dall’inizio della crisi la quota di famiglie italiane che nell’ultimo anno hanno aumentato la propria capacità di spesa risulta superiore a quella delle famiglie che l’hanno ridotta (25% contro 21%).

Papa Francesco fenomeno mediatico dell’anno

«Il fenomeno mediatico dell’anno è Papa Francesco». Il Rapporto Censis riferisce che tra i punti di forza del cattolicesimo per il 77,9% dei residenti di Roma è proprio “il carisma di Bergoglio”.

Tutti guardano tv, web ancora su, giù carta stampata

Nel 2015 la televisione ha una quota di telespettatori vicina alla totalità della popolazione (il 96,7%). Ma aumenta l’abitudine a guardare la tv attraverso i nuovi device: +1,6% di utenza rispetto al 2013 per la web tv, +4,8% per la mobile tv, mentre le tv satellitari si attestano a una utenza complessiva del 42,4% e il 10% degli italiani usa la smart tv che si può connettere alla rete. Aumenta ancora la presenza degli italiani sui social network, che vedono primeggiare Facebook, frequentato dal 50,3% dell’intera popolazione e addirittura dal 77,4% dei giovani under 30, mentre Youtube raggiunge il 42% di utenti (il 72,5% tra i giovani) e il 10,1% degli italiani usa Twitter. Al tempo stesso, non si inverte il ciclo negativo per la carta stampata, che non riesce ad arginare le perdite di lettori: -1,6% per i quotidiani, -11,4% per la free press, stabili i settimanali e i mensili.

In crescita i contatti tra i quotidiani online

Sono in aumento i contatti dei quotidiani online (+2,6%) e degli altri portali web di informazione (+4,9%). Non è favorevole l’andamento della lettura dei libri (-0,7%): gli italiani che ne hanno letto almeno uno nell’ultimo anno sono solo il 51,4% del totale, e gli e-book contano su una utenza ancora limitata all’8,9% (per quanto in crescita: +3,7%).

Sanità, per 4 italiani su 10 sta peggiorando

Più di quattro italiani su dieci pensano che la sanità stia peggiorando, quota che arriva al 64% al Sud. Più della metà considera inadeguato il Servizio sanitario regionale, ma la percentuale di insoddisfatti si avvicina all’83% nel Mezzogiorno. Colpa di costi che crescono e tempi di attesa che non calano, con la capacità del privato di offrire una concorrenza che spinge i cittadini spesso a pagare di tasca propria.

Stranieri in Italia

Per il Censis la condizione degli stranieri regolarmente residenti in Italia è molto diversa da quella che caratterizza le periferie francesi i le innercities londinesi: da noi gli immigrati inseguono una traiettoria verso la condizione di ceto medio, differenziandosi così dalle situazioni di concentrazione etnica e disagio sociale che caratterizzano quelle realtà all’estero. Tra il 2008 e il 2014, sottolinea l’istituto, i titolari d’impresa stranieri sono aumentati del 31,5% (soprattutto nel commercio, che pesa per circa il 40% di tutte le imprese straniere, e nelle costruzioni, per il 26%), mentre le aziende guidate da italiani diminuivano del 10,6%.

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