Neanche “Cappuccetto Rosso” va bene. I pro-gender: «Cancelliamola»

8 Ott 2015 15:09 - di Bianca Conte

La favola di Cappuccetto Rosso sarà bandita dalle aule francesi: parola della ministra dell’Istruzione, Najat Vallaud-Belkacem, che per la goia dei fautoria dell’azzeramento delle diversità sessuali, ha annunciato la caccia agli stereotipi di genere nei manuali scolastici. E Cenerentola, Hansel e Gretel e il lupo cattivo della ragazzina persa nel bosco finiscono all’indice dell’inquisizione progressista.

Attenti a Cappuccetto rosso

«Attenti a Cappuccetto rosso»: è questo l’ultimo grido di battaglia sbandierato ai quattro venti dalla pupilla di Francois Hollande, che dal pulpito censorio ha argomentato la discutibile scelta dichiarando che «i nuovi programmi delle elementari sono un’occasione importante per migliorare i libri di scuola, prevenendo stereotipi e discriminazioni che alimentano l’ineguaglianza tra gli alunni». Chi avrebbe mai potuto anche solo lontamente sospettare che tra le righe della favola per antonomasia – quella con cui sono cresciute generazioni e generazioni in tutto il mondo – potesse nascondersi l’insidia sessista, e invece… E invece, per dare almeno un pizzico di credibilità all’assurdo teorema, racconta oggi Le Figaro, l’esponente del Parti socialiste si è affidata a uno studio del centro Hubertine Auclert – guarda caso un’associazione parigina impegnata per la parità tra i sessi – secondo cui «numerose favole della cultura popolare», sarebbero troppo spesso «imbottite di rappresentazioni sessiste».

Bufera pro-gender sulle favole

E giù, a coinvolgere nella bufera censoria, anche altri capisaoldi della letteratura per ragazzi come CenerentolaHansel e Gretel. Nello specifico, infatti, gli studiosi francesi rimproverano alla principessa di Perrault e ai piccoli sventurati protagonisti della favola nata dalla penna dei fratelli Grimm – come alla maggior parte dei capisaldi editoriali per bambini – di rappresentare i «personaggi femminili con i loro stereotipi». Uno studio esegetico e filologico, quello evidentemente condotto dagli studiosi d’oltralpe che, per stanare le «rappresentazioni sessiste», da mettere all’indice nel primo anno di scuola elementare, ha preso in esame ben 22 manuali illustrati destinati ai giovanissimi. Pubblicazioni in cui solo «il 39% dei personaggi è di sesso femminile», deplora il centro Hubertine Auclert. Peggio. Già nelle prime immagini per imparare a leggere, le bimbe giocano soprattutto all’interno, in spazi chiusi, le donne sono spesso in cucina o svolgono le loro mansioni di mamma. E che dire, allora, delle cerbiattine e delle conigliette che aiutano Biancaneve a rigovernare la casa di ben sette (uomini) nani?

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