Il 13 giugno ’97 la morte di Vittorio Mussolini, nel silenzio e nella dignità

13 Giu 2015 9:42 - di Antonio Pannullo
Mussolini con i suoi figli Bruno (alla sua destra) e VIttorio

Il 13 giugno 1997 moriva Vittorio Mussolini, secondogenito di Benito e di Rachele Guidi e primo maschio della coppia. I solenni funerali si svolsero nella parrocchia di san Bellarmino, in piazza Ungheria a Roma, dove si erano svolti, oltre quarant’anni prima, le altrettanto solenni esequie di Rodolfo Graziani. Alle esequie c’era anche il picchetto d’onore dell’Aeronautica militare, perché Vittorio, come il fratello Bruno, era stato ufficiale pilota durante la guerra.

Quell’ultimo saluto a Vittorio Mussolini

Un migliaio di persone salutarono per l’ultima volta un uomo su cui era passata la tempesta della Storia, ma che si era sempre saputo rialzare, portando con estrema dignità e orgoglio un nome tanto vilipeso. Molto amico di esponenti del Movimento Sociale, Vittorio non si impegnò mai direttamente in politica, dedicandosi magari all’attività dell’associazione dei Combattenti della Repubblica sociale italiana. Fu proprio nella Rsi che Vittorio ebbe un ruolo cruciale: insieme ad Alessandro Pavolini e Renato Ricci ebbe l’incarico di costituire un governo fascista al Nord, e fu proprio la sua voce che dalla radio annunciava agli italiani che il fascismo teneva fede alla parola data. Durante i 600 giorni della Repubblica Vittorio fu sempre accanto al padre, e sembra che non si aggregasse alla colonna di Como solo per caso, caso che probabilmente gli salvò la vita.

Il ritorno in Italia e Donna Rachele

Dopo essersi rifugiato in alcuni conventi e poi in Spagna, dove trovò un passaporto falso, rientrò in Italia, a Genova da dove si imbarcò per l’Argentina, mèta di esuli politici perseguitati. Rimase in America Latina fino al 1967, pur non essendovi contro di lui accuse specifiche, occupandosi di varie attività, e rimanendo sempre in contatto con i vecchi amici, alcuni dei quali si trovavano in Sudamerica. In Argentina si separò dalla prima moglie Orsola Buvoli dalla quale aveva avuto Guido e Adria. In quegli anni collaborò con il nostro giornale, il Secolo d’Italia, scrivendo articoli culturali. Quando ritornò in Italia andò a vivere insieme alla madre Rachele a Villa Carpena, nel Forlivese, sino alla morte di lei, avvenuta nel 1979. Vittorio Mussolini fin da piccolo era un grande appassionato di cinema: classe 1916, già nel 1932 aveva scritto, diretto e intepretato una pellicola amatoriale, girata nei giardini di VIlla Torlonia insieme con il fratello Bruno e altri amici del liceo Tasso.

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