Quanto manca alla tv italiana l’ironia di Corrado. L’amico di famiglia che oggi sarebbe novantenne

1 Ago 2014 17:45 - di Redattore 92

Il 2 agosto Corrado Mantoni avrebbe compiuto novant’anni. Per gli italiani è stato semplicemente Corrado, come un amico di famiglia o un vecchio zio. E come un parente, uno di casa, veniva seguito affettuosamente dai telespettatori italiani. A differenza di Mike Bongiorno e Pippo Baudo, altri due personaggi simbolo dei presentatori italiani, Corrado non divideva. Non aveva tifosi contro. Il suo modo di porsi rappresentava l’ecumenismo della Rai, una delle ragioni per pagare il canone. Si direbbe oggi: faceva servizio pubblico. Corrado, al di là del suo bonario approccio con il pubblico e con i suoi ospiti, vantava un rigore professionale e una tempra da anchorman che non trova paragoni nella tv italiana. Dopo una lunga gavetta e una carriera iniziata come doppiatore e come annunciatore radiofonico, era sua la voce che annunciava all’Eiar la fine della seconda guerra mondiale, Corrado era approdato alla tv. Rosso e nero, L’amico del giaguaro e le trasmissioni di punta della Rai degli anni sessanta lo vedevano come il Presentatore. Sotto la sua conduzione si svolsero le edizioni di maggiore successo di Canzonissima: nel 1970 con Raffaella Carrà e il suo “tuca tuca” che turbò i sonni di milioni di italiani; l’anno dopo con la coppia rinforzata dalle “inimitabili” imitazioni di Alighiero Noschese. Corrado fu anche ideatore e conduttore della prima grande maratona tv della domenica pomeriggio. Quella Domenica in che partiva su Raiuno alle 14 e finiva con il tg delle 20. Ascolti alle stelle e formula vincente di una trasmissione ideata e condotta da lui dal 1976 al 1979, che gli fu sottratta per consegnarla a Pippo Baudo, cosa che a Corrado non andò mai giù e fu uno dei motivi per cui qualche anno dopo avrebbe lasciato viale Mazzini. Ma Corrado è stato anche un grande autore televisivo e radiofonico. Non è un caso che il primo talent show porta la sua firma. Il 4 gennaio 1968 fa il suo esordio “La Corrida… dilettanti allo sbaraglio presentati da Corrado”, si rivelerà in fondo come il numero zero dei vari Amici di Maria De Filippi, The Voice, X Factor che vanno ora in onda. Un format nato in radio, successivamente trasportato su Canale 5, su insistenza di Silvio Berlusconi che sognava di realizzare in tv quella che era una delle sue trasmissioni preferite. La trasmissione, al debutto quasi a titolo sperimentale nel 1986, andrà in onda per nove anni di seguito. Un format talmente potente da essere poi riproposto prima per la conduzione di Gerry Scotti per quella di Flavio Insinna.

Corrado, da professionista lungimirante, era stato anche tra i primi a capire le potenzialità della tv commerciale, approdando alla Fininvest nel 1983. Il pranzo è servito, un game show televisivo in una fascia mattutina a costi davvero ridotti, era diventato un piccolo gioiello televisivo, ascolti record e boom di inserzionisti. La straordinaria forza di Corrado resta l’approccio con il pubblico e con gli ospiti, sempre disincantato, mai sopra le righe. Potevano esserci in studio Gregory Peck o Totò (che lo aveva definito “lo scognomato”) un ragioniere di Sondrio o una casalinga di Soverato, eppure Corrado si comportava sempre alla stessa maniera. Un sorriso, una battuta, uno sguardo di chi non prendeva troppo sul serio nessuno. Come a ricordare: stiamo solo facendo intrattenimento. Quando è morto a Roma, l’8 giugno 1999, ha lasciato una lunga serie di imitatori, qualche allievo e nessun erede.

 

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