La svista di Veltroni su Pasolini: «Discutevamo in sezione nel ’68». Ma all’epoca Walter aveva dodici anni
La verità sulla morte di Pasolini è ormai un cavallo di battaglia di Walter Veltroni che è tornato sull’argomento in occasione dell’anniversario della morte dello scrittore – il 2 novembre del 1975 – con un’intervista ad Huffington Post. Veltroni, ormai riconvertito all’interesse per le pagine oscure della storia d’Italia, così si esprime in merito all’inchiesta sull’omicidio di Pasolini: “Posso ragionevolmente dire che Pelosi non era solo quella sera. C’è un’altra storia rispetto a quella raccontata. Io ho conosciuto Pelosi qualche tempo fa alla presentazione di un libro, è una persona fragile, di cui si sono approfittati. Ha detto delle cose su persone morte, ma ha paura di fare i nomi delle persone ancora vive che erano con lui quella notte”.
Ma c’è un altro passaggio dell’intervista nel quale Veltroni inciampa sui ricordi e sulle date: “Personalmente lo conobbi per la prima volta nel ’68 – afferma – quando venne al comitato di base del Tasso nella sezione Pci di via Scarlatti, entrò si mise in fondo e cominciò a prendere appunti anche delle ‘castronerie’ che allora dicevamo… potrei dire che da quelle visite nacque la celebre invettiva di Valle Giulia a difesa dei poliziotti figli dei poveri e contro i figli di papà”. Ora, essendo Veltroni nato nel 1955, qualcosa non torna perché era difficile che nel 1968 già partecipasse a dibattiti sul movimento studentesco che ispirarono la celebra difesa delle divise proletarie da parte di Pasolini (Valle Giulia avvenne a marzo, l’invettiva fu scritta a giugno del 1968). Insomma nella foga di dimostrare i reciproci rapporti di influenza tra lui e Pasolini, Veltroni ha detto una castroneria e gliel’ha fatto notare il giornalista Ugo Maria Tassinari sul suo blog L’alter Ugo, commentando così le rimembranze veltroniane: “Ora è ben noto come Veltroni sia stato un enfant prodige ma stentiamo a credere che a 12 anni (essendo nato nel luglio del 1955) frequentasse il liceo…”.
Va benissmo fare e farsi fare le pulci, se no, che democrazia sarebbe? Ma in questo caso credo proprio che il Secolo d’Italia si sia sbagliato. Primo. Walter Veltroni stava al liceo Tasso, perché l’ho visto lì. Era l’anno scolastico 1969-70 e stava in quinta ginnasio. Secondo. Se contate bene, i conti tornano. Walter Veltroni è nato nel luglio 1955. Ad ottobre 1968, inizio dell’anno scolastico, ha tredici anni e va in quarta ginnasio. Ci sta. Precoce? Al Tasso si cresceva velocemente in quegli anni. Walter aveva un aiuto in più, perché seguiva le orme di suo fratello maggiore, Valerio, che stava anche lui al Tasso e se lo portava appresso alle riunioni. L’indirizzo indicato da Walter Veltroni, su dove era ospitato il Comitato di Base del Tasso nel 1968-69 è corretto: la sede del Partito comunista italiano di via Scarlatti 9A, a due passi da piazza Verdi. E’ lì che, come sostiene Walter Veltroni, Pasolini andava ad ascoltare gli studenti, prendendo appunti. Quanto alla possibile causa dell’errore redazionale, bisogna resistere all’assillo della velocità moderna, che spinge a fare le cose alla sinfasò.
eppure sembra così strano