Battiato ora evoca il complotto: «Cacciato per colpa di Grasso e della destra siciliana»

13 Apr 2013 21:19 - di Antonella Ambrosioni

La politica non è per tutti, non lo è sicuramente per Franco Battiato che conferma una volta di più che quel mitico “centro di gravità permanente” è completamente perduto per lui, sempre che lo avesse trovato. Per l’ingombrante cantautore, ex assessore del Turismo in Sicilia, la sua cacciata a furor di popolo dal governatore Rosario Crocetta, non è stata causata dall’infelice frase sulle «troie in Parlamento», no, ma quasi quasi dal destino cinico e baro, anzi, fa di meglio. Per Battiato dietro alla decisione del governatore di revocargli  le stellette ci sarebbero state le pressioni del presidente del Senato, Piero Grasso, e – audite audite – della destra siciliana, sì quelle destra «subumana» di cui aveva parlato qualche giorno prima di offendere il Palamento-casino. Ci manca che tiri in ballo anche la Spectre e il quadro sarebbe completo. A esporre la bizzarra teoria che aggiunge un nuovo surreale capitolo alla saga apertasi a fine marzo, è stato lo stesso cantautore, che ha pensato bene di andare a “scagionarsi” su Rai Tre, ospite della trasmissione Tv Talk. «La verità è che Crocetta è stato determinato, molto probabilmente, da un signore che oggi è presidente del Senato, che a sua volta è stato spinto da questa destra siciliana, all’Ars, che fin dal primo giorno mi trovava insopportabile perché sono un uomo libero». «Ovviamente mi riferivo a uomini e donne che si vendono per quattro soldi e che danneggiano terribilmente la politica italiana», ripete come un disco rotto Battiato quella piroetta dialettica a cui fin da subito dovette ricorrere per salvare la faccia ormai persa. Quindi, per carità, nessuna misoginia, dice l’ex assessore che finalmente svela l’arcano e dà un volto e un nome al “manovratore” cui aveva accennato durante la puntata di Servizio Pubblico da Santoro: «Quello che non può dire Crocetta – aveva spiegato il cantautore a La 7 – è che uno sopra di lui gli ha detto che ero scomodo e di cacciarmi». Il Battiato complottista rivela un certo disappunto nei confronti del governatore, il quale a sua volta gli aveva replicato dicendo laverità, che «a Battiato non interessava nulla di essere assessore». Dunque, ci sarebbe la mano nera dell’opposizione di destra a Palazzo dei Normanni. Sinceramente non ci dispiacerebbe se fosse così. Ma la verità è più semplice e solo chi non è tagliato per la politica non può capire che non ci si può esprimere così: «Sono un artista libero e mi esprimo in questo modo. Il fatto di essere stato scelto per fare l’assessore non può cambiare ciò che penso». La realtà è un’altra, proprio le sue frasi lo hanno condannato senza appello e senza scuse. A noi resta tutto il rammarico di aver subito la suggestione dell’autore di E ti vengo a cercare «con la scusa di doverti parlare, perché mi piace ciò che pensi e che dici, perché in te vedo le mie radici». A lui consigliamo di emanciparsi «dall’incubo delle passioni».

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