La preghiera di don Camillo contro il virus dalla Patria di Peppone (video)

13 Mar 2020 6:00 - di Francesco Storace

Alzi la mano chi non ha amato Peppone e don Camillo, le loro storie appassionanti e divertenti ambientate a Brescello dal genio di Giovannino Guareschi. Chissà quale sarebbe oggi la Patria di Peppone, roccioso sindaco comunista. Non più la scelta togliattiana pro Santa madre Russia sull’Italia. Adesso gli resterebbe giusto la Cina.

E quel maledetto coronavirus che suscita inquietudine, paura e anche rabbia per le troppe minimizzazioni; e che semina lutto e dolore; da ieri ha anche una risposta di fede. Proprio a Brescello, che simboleggia l’Italia che vuole combattere il male in ogni modo.

Il Crocifisso di don Camillo

Quel Crocifisso a cui si rivolgeva don Camillo nelle sue intemerate contro Peppone è la speranza dei credenti che vogliono vincere la battaglia che tiene l’Italia    appesa alla fatica di medici e infermieri. E ieri il gesto del parroco di Brescello, don Evandro Gherardi, ha commosso. Con quella invocazione naturale e bella: “Cristo, morto e risorto per la nostra salvezza, faccia cessare la pandemia su Brescello, l’Italia e il mondo intero! Noi facciamo la nostra parte: restiamo a casa e preghiamo!”, l’appello di don Gherardi.

Commenti

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  • Eugenio 13 Marzo 2020

    Il presidente del Consiglio e tutti i ministri, pur sollecitati dai Governatori del Nord, non hanno adottato i provvedimenti necessari ad arrestare il contagio da coronavirus. Ciò ha causato la morte di moltissime persone! Non potrebbero essere accusati di omicidio o di strage?

  • Sabino Gallo 13 Marzo 2020

    In condizioni come questa ,tanto difficile, qualche errore è possibile. Chi è stato in guerra sa bene quanto sia difficile scegliere “la cosa migliore da fare”! E’ necessario che ognuno ragioni con la propria testa, prima di tutto, “aggiungendo” qualcosa di più alle “raccomandazioni ed agli ordini ” dei “superiori responsabili dell’insieme”! Tuttavia, mi sembra che la maggioranza degli italiani si comporti abbastanza bene ! Gli irresponsabili non mancano mai ! I più”responsabili” devono sentire il dovere di orientare i “movimenti” di coloro che lo sono di meno”! Come in guerra!

  • Carlo Cervini 13 Marzo 2020

    Oltre per la difesa dal coronavirus; bisognerebbe pregare per la dipartita di questo Governo di portinaie…………….hanno aspettato 20 giorni e un bel – 50% di perdite per fermare i derivati short computerizzati giornalieri (es: ENI da 14,36 a 6,598, Tenaris S A (ex Dalmine) da 10,60 a 4,684 ecc………….con danni enormi per le società, i fondi, gli ETF, i Pir, i risparmiatori, adesso il recupero sarà ridicolo, solo lo scoperto di ieri………….. forse………….e come al solito la faranno franca.

  • Ben Frank 13 Marzo 2020

    Siamo arrivati al punto, di doverci affidare a don Camillo, perché governanti e (falso e spergiuro) papa ci hanno abbandonati…

  • rosanna castellano 13 Marzo 2020

    Ci ricordiamo di DIO solo nei momenti di disperazione ,ma va bene anche cosi .Adesso pero’e’ arrivato il momento di piegare le ginocchia per pregare seriamente e affidare ogni cosa a Colui che e’l’origine di tutto e che tutto puo’.

  • Mario Salvatore Manca 13 Marzo 2020

    La preghiera di don Evandro è commovente. Ma quello che mi sconvolge è che giusto nel periodo in cui è particolarmente necessario andare in chiesa e partecipare a tutte le celebrazioni (non dico funzioni, perché è un termine improprio e inesatto, che dà più l’idea di un apparecchio meccanico o tecnologico che della partecipazione ai Misteri massimi della nostra Fede), giusto in questo periodo si chiudano le Chiese. Tra poco meno di un mese la Liturgia celebrerà la Risurrezione di Cristo: Χριστὸς ἀνέστι – Ἀληθὸς ἀνέστι canteranno i nostri fratelli ortodossi. Ma come possiamo essere noi partecipi del più grande evento della Storia, se noi stessi dobbiamo restare isolati nelle nostre case per paura di un ipotetico contagio? E che dire, poi, dell’esempio di Francesco d’Assisi che abbraccia il lebbroso, perché vede in lui l’immagine di Cristo morto e crocifisso per noi? Si vergognino i nostri Pastori, che invece di seguire l’esempio di fra Cristoforo e del cardinal Federigo Borromeo, si barricano dietro un vile servilismo donabbondiesco!