Coltivare cannabis sul balcone di casa non è più reato. Il centrodestra insorge contro la Cassazione

27 Dic 2019 11:48 - di Redazione
cannabis

Coltivare cannabis in casa non è più  illegale. Lo hanno deciso le sezioni unite penali della Cassazione. «La coltivazione di minime dimensioni svolte in forma domestica non costituisce reato». Le rudimentali tecniche utilizzate. Lo scarso numero di piante. E il modesto quantitativo di prodotto ricavabile dimostrerebbero l’uso personale.

Coltivazione di cannabis, la Cassazione dice sì

Insomma ben venga chi coltiva cannabis per sé (e per i suoi familiari). Per i magistrati «la salute pubblica non viene in pregiudicato dal singolo assuntore di marijuana. Che decide di coltivarsi per sé qualche piantina».
I kit per la coltivazione dei semi di cannabis sul balcone di casa sono già molti diffusi. Venduti anche on line su siti specializzati. Ma fino a oggi l’acquisto comportava guai dal punto di vista legale.

Fratelli d’Italia: sentenza scandalosa

La sentenza ha provocato reazioni di sdegno e incredulità da più parti. La bocciatura di Fratelli d’Italia è netta. Maria Teresa Bellucci giudica la sentenza “scandalosa”. «Totalmente divergente da quelle precedenti, incentiva l’uso di droga. E promuove comportamenti pericolosi. Che minacciano il diritto alla salute sancito dalla nostra Costituzione». Così la parlamentare di Fratelli d’Italia. «In questo modo si aggrava l’emergenza sociale. Che, già oggi, vede l’Italia al terzo posto in Europa per uso di cannabis. E non si considera l’incremento di incidenti stradali per uso di droga. Oggi prima causa di morte tra i giovani». «Chi pagherà gli altissimi costi sociali e sanitari di questa deriva? Questi vent’anni di normalizzazione dell’uso di droga hanno incentivato la cultura dello sballo. Come unico modo di divertirsi. E l’aumento degli accessi al pronto soccorso di minori. Anche di 2 o 3 anni, Intossicati per l’assunzione di droga trovata in giro per casa».

Infine la deputata di FdI ricorda che dovrebbe essere il Parlamento a stabilire l’orientamento politico della Nazione. Non  la magistratura. «L’Italia ha bisogno di un rapido cambiamento. Sia educativo che culturale. Che insegni a riscoprire le risorse personali. E affermi, senza se e senza ma, che tutte le droghe fanno male».

Gasparri: scriveremo una nuova  normativa

Maurizio Gasparri promette una nuova normativa. Quando, molto presto, il centrodestra sarà al governo, ribalterà la sentenza. «Bisogna intensificare l’attività di prevenzione e di recupero. E le nuove norme cancelleranno l’assurda sentenza della Cassazione». Certo, aggiunge il senatore forzista, «bisognerà leggere le motivazioni della sentenza. Che contraddice decisioni precedenti prese dalla stessa Cassazione. Evidentemente in preda ad uno stato confusionale. Della Cassazione abbiamo letto vicende sconfortanti al tempo dello scandalo del Csm. Personalmente mi trovo a disagio nel vivere nello stesso quartiere dove si trova la Cassazione. Girerò alla larga da questa gente».

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