L’ultimatum di Grillo a Di Maio: “Io ti salvo la poltrona, ma tu devi fare pace con il Pd”

24 Nov 2019 11:01 - di Redazione
Grillo

Pubblicamente lo elogia, ma in privato l’umore è nero. Beppe Grillo è costretto a scendere il campo per rimediare ai disastri di Luigi Di Maio. Dopo la débacle elettorale e la bocciatura di militanti, che sulla piattaforma Rousseau hanno di fatto hanno sfiduciato il capo, il fondatore va in soccorso. Con parole che sanno di ultimatum. “Io ti blindo, ma tu devi virare a sinistra. Basta tentennamenti”. Sarebbe questa la conclusione dell’ultimo faccia a faccia tra i due a Roma, ricostruita dal Corriere della Sera.

L’ultimatum di Grillo a Di Maio

Non è facile per l’ex comico rimettere in piedi i cocci di un movimento che ha perso lo smalto rivoluzionario delle origini. E che si consuma tra liti interne, vedi il pressing di Fico, e chat infuocate. Dopo lo scontro,  Grillo avrebbe stretto un nuovo “patto”, più o meno segreto, con la sua creatura costruita in laboratorio. “Io ti difendo da chi vuole la tua testa, ma tu la smetti di flirtare con i sovranisti”.

L’uomo solo al comando è scoppiato

L’uomo solo al comando è scoppiato. Così di fronte ai tanti che lo vorrebbero fuori,  Di Maio è costretto a  riavvicinarsi al fondatore e a piegarsi a condividere il potere. In cambio Grillo pretende un’alleanza politica solida con il Pd e una chiara opposizione alla Lega salviniana, perché la destra che arriva è “pericolosetta”.   “Insomma – scrive il Corriere –  Di Maio offre la disponibilità di condividere con un gruppo ristretto di lavoro le sue decisioni e Grillo consente. Anche se il terminale resterà lui. E non può che essere Di Maio”. Un compromesso. L’unico possibile. “Defenestrarlo – continua il Corriere –  non sarebbe possibile senza conseguenze per il governo. Si può solo commissariarlo, metterlo sotto tutela e consentirgli una proroga. E non importa se tutti, perfino Alfonso Bonafede, dicono basta al «capo politico» e chiedono di cambiare pagina”.

Si riapre la partita delle regionali

La tenuta dei 5Stelle passa per un’intesa politica con il Pd di Zingaretti. A partire dalla partita delle regionali. L’obiettivo di Grillo è chiaro. Trasformare l’alleanza di governo con il Pd in un vero patto politico. Un abbraccio irreversibile. Che cominci ufficialmente dai prossimi test elettorali. In Emilia-Romagna e Calabria si deve lavorare per riaprire il dialogo e ripensare a una possibilità di un’alleanza con il Pd. Anche a costo di alimentare la ribellione dei “territori”. Difficile far ingoiare agli amministratori grillini che per anni si è scherzato. Che bisogna sotterrare l’ascia di guerra con il Pd.  Basti sentire Gabriele Lanzi, senatore di Sassuolo: «Siamo sconcertati, non capisco perché, se Grillo e Di Maio vogliono l’alleanza con il Pd, non lo dicano apertamente. Io non ho preclusioni ma vorrei chiarezza. E, come me, molti altri».

 

Commenti

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  • maurizio pinna 24 Novembre 2019

    Il solito “effetto d’alone” , come lo chiamavano i burocrati sovietici, era già in atto col patto di Governo di agosto, PATTO e non CONTRATTO come avvenne con la Lega. Era un’ alleanza col PD che collocava i 5 a SINISTRA, come LeU. Grillo non ha fatto altro che ribadirlo. Gli Italiani di buona volontà devono rendersi conto che hanno due alternative con cui stare: il Fronte Comunista o la Destra liberista. Devono anche sapere che il Fronte Comunista è un REGIME e lo dimostra il fatto che ha OVUNQUE eretto delle barriere GIUSTIZIALISTE per piegare i riottosi: qualunque tentativo di scostarsi dal PENSIERO UNICO prevede la repressione GIUDIZIARIA è scritto a chiare lettere. Come in Cambogia ai tempi dei Khemer rossi. Come sostiene il Direttore su Panorama io sto con Israele, ma non sto con taluni ebrei italiani che tirano in ballo l’antisemitismo solo per discreditare politici che non accettano il pensiero unico del loro regime.