Ilva, la Bellanova contro i suoi “compagni di governo”: «L’Italia sta diventando lo zimbello d’Europa»

6 Nov 2019 16:16 - di Aldo Garcon
Bellanova

Non bastavano le pensioni, quota 100 e la manovra. Lo scontro feroce tra Italia Viva e il governo giallorosso ormai è all’ordine del giorno. L’ultima faida si consuma sul caso dell’Ilva.  “Lo zimbello d’Europa”. Teresa Bellanova è durissima sulle responsabilità politiche del governo. La ministra delle Politiche agricole, renziana e pugliese, sul Foglio richiama Pd e M5S al buon senso: «Ventimila posti di lavoro rischiano di saltare, insieme agli operai di Taranto attendono una risposta quelli di Genova e Novi Ligure. L’Italia non può diventare lo zimbello d’Europa: se firmi un accordo, devi rispettarlo».

Bellanova sull’Ilva

E poi ancora: «Se cambi le condizioni in corso d’opera, mandi al mondo il messaggio che sei un Paese inaffidabile». E prosegue:  «Sull’Ilva in troppi non hanno scelto. Per noi di Italia viva l’acciaieria deve restare aperta, perciò siamo pronti a presentare un emendamento che ripristini le garanzie legali cancellate». L’attacco al vetriolo è diretto soprattutto a Barbara Lezzi, la senatrice che ha fatto approvare l’emendamento che ha abolito lo scudo legale ai vertici di Arcelor Mittal. Utilizzato dalla stessa multinazionale indiana come alibi per chiedere il recesso per giusta causa. «Una politica autorevole – conclude la Bellanova – non può assecondare gli umori contingenti».

I precedenti

Non è la prima volta che la senatrice di Italia Viva e renziana di ferro dopo aver abbondonato il Pd si scaglia contro il governo giallorosso, il suo ex partito e il premier Giuseppe Conte. Per esempio, dal palco della Leopolda 10, la Bellanova aveva spiegato il perché della scissione dai dem: «Non potevamo starci più perché c’erano troppe guerre, troppe bande armate». Parole che avevano fatto scoppiare il putiferio. Poi il ministro nel corso del programma di Myrta Merlino L’aria Che Tira su La7 aveva detto: «Dirsi soddisfatti della manovra è eccessivo. Dobbiamo puntare a migliorarla nel percorso parlamentare. L’emergenza che ha l’Italia si chiama lavoro e all’emergenza lavoro si risponde se noi facciamo ripartire l’economia, non con la decrescita felice che parla solo a quelli che hanno la pancia piena».

Commenti

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  • Filippo 6 Novembre 2019

    Ormai la frittata è fatta, non potete fare un cavolo di niente se non sperare di sottoscrivere un nuovo contratto con la Arcelor Mittal, dopo quello decaduto ad opera vostra, ma a condizioni ben peggiori di quelle precedenti.