Condannato “l’orco collezionista”: migliaia di foto pedopornografiche e abusi

20 Giu 2019 11:49 - di Redazione

Quando i carabinieri di Reggio Emilia, guidati dal Ten. Col. Alessandro Dimichino comandante del nucleo operativo, lo arrestarono nell’agosto dell’anno scorso, rimasero sgomenti dalla quantità e dalla atrocità del materiale pedopornografico ritrovato nel computer e nel cellulare di un artigiano commerciante sessantenne di Reggio Emilia, così da definire l’operazione giudiziaria “orco collezionista”. Oltre cinquecentomila fotografie e video con bambine in pose pornografiche di orribile contenuto, così tanto materiale che l’indagine ha richiesto una proroga dei tempi, proprio per analizzare l’ingente quantità di file sequestrati e rinvenuti, malgrado il soggetto avesse cancellato alcune prove dei suoi comportamenti criminali.

L’orco collezionista, le fasi delle indagini

Il caso nasce dalla perfetta collaborazione fra l’associazione La Caramella Buona Onlus e i carabinieri : è stata infatti l’associazione, nelle persone del presidente Roberto Mirabile e della vice Anna Maria Pilozzi, a interessare direttamente i militari dell’accaduto, grazie al coraggio di una ragazzina, allora quindicenne, nipote dell’orco collezionista, che – accompagnata dall’amichetta del cuore – si era rivolta al personale della Onlus antipedofilia, raccontando di aver trovato, casualmente, delle sue foto truccate con photoshop e rese pornografiche, nel computer dello zio, convivente in famiglia. Ma i sospetti che qualcosa di ancora più grave e penoso fosse accaduto in quella casa, si sono concretizzati man mano che i periti nominati dal magistrato della procura di Bologna estrapolavano i file sequestrati : le attenzioni criminali del sessantenne si erano rivolte anche ad un’altra nipote convivente, disabile tetraplegica, costretta da anni a subire violenze sessuali difficilmente descrivibili. Violenze che lo zio filmava negli anni, avendo disseminato la casa, bagno e camere da letto, di microtelecamere, per collezionare le proprie follie. Atti ai quali hanno messo fine il coraggio di una ragazzina, rivoltasi alla Caramella Buona riconosciuta parte civile col proprio avvocato Monica Nassisi e dall’ottimo impegno dei carabinieri : la condanna in primo grado con rito abbreviato a Bologna, pubblico ministero Luca Venturi e giudice Aldo Resta (legali difensori dell’imputato Studio Andrea Trolli) è arrivata oggi : 7 anni e 4 mesi di carcere più settantamila euro di provvisionale alle parti civili . “Questo caso – dichiara a fine udienza Roberto Mirabile – per l’ingente quantità di materiale pedopornografico ritrovato, oltre mezzo milione di file, rappresenta una delle maggiori operazioni italiane contro la pedofilia e voglio sottolineare come sia stato fondamentale accogliere e ascoltare subito la quindicenne che, impaurita e sostenuta solo dall’affetto dell’amichetta del cuore, si è presentata in associazione, chiedendo di essere creduta e protetta. Desidero anche ringraziare il Ten. Col. Dimichino che, con i suoi carabinieri, ha immediatamente stretto una sinergia con noi, nel pieno rispetto dei ruoli e delle competenze”.
L’avv. Monica Nassisi, difensore delle costituite parti civili, dichiara: “Sono rimasta molto colpita dalla richiesta di soli 4 anni e 10 mesi , formulata dal Pubblico Ministero. Ho trovato inaccettabile il comportamento della famiglia delle vittime, che non è sembrata in alcun modo schierarsi dalla parte delle ragazzine abusate, di cui una gravemente disabile. Ho lottato con tutte le mie forze affinché queste vittime innocenti avessero giustizia. Se non ci fossimo stati noi de “La Caramella Buona, questo delinquente l’avrebbe fatta franca, protetto da una complice e agghiacciante omertà. Come dico sempre, quando sono in aula, sono tutti figli miei. E anche questa volta, più che mai, ho combattuto per queste figlie, rimaste prive di tutela da parte di chi aveva il dovere di difenderle.

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