L’Anpi intasca un sacco di soldi l’anno anche dal governo gialloverde. La denuncia di FdI

29 Mag 2019 15:00 - di Davide Ventola

Considerando che la guerra è terminata da 74 anni, un combattente partigiano trentenne di allora avrebbe oggi 114 anni. Un ventenne del ’45 ormai sarebbe un 94enne. Quanti sono rimasti in vita? Un numero davvero sparuto. Ed è notizia di queste ore: il governo gialloverde ha stanziato oltre un milione di euro per le associazioni partigiane. Una cifra abnorme. Eppure l’Anpi vanta 130mila iscritti. Di questi, solo novemila sarebbero davvero ex resistenti. Nessuno degli altri 120mila, ovviamente, ha fatto la guerra. Gran parte di questi non ha neanche prestato servizio militare.

Entro il 2020 l’Anpi non avrà più partigiani

Secondo i dati dell’Anpi, coloro che avrebbero ufficialmente partecipato alla “guerra di liberazione” erano 8000 nel 2014, circa 6700 nel 2015 e 5000 nel 2016. Riducendosi di circa 1500 ogni anno, entro il 2020 non ce ne sarà più nessuno.

Chi, invece, la guerra l’ha fatta davvero viene considerato meno dall’attuale governo. Pensiamo ai militari che negli anni ’80 hanno prestato servizio in Libano o quelli che, negli anni ’90, sono stati in missione in Afghanistan, in Iraq o nelle missioni Nato, ricevono meno risorse rispetto ai “compagni” dell’Anpi.

Isabella Rauti: “Dal governo una presa in giro degli ex militari”

Una disparità di trattamento denunciata da Fratelli d’Italia. «Ancora una volta dal governo gialloverde arriva una pioggia di fondi alle associazioni combattentistiche e partigiane, mentre a quelle d’Arma, di categoria e di specialità soltanto le briciole. Infatti, nonostante gli impegni presi nel luglio scorso, finalizzati a introdurre un principio di perequazione negli stanziamenti per evitare gli squilibri esistenti sempre a favore delle associazioni distanti dalla specialità militare, non è cambiato niente. A denunciarlo Isabella Rauti, senatrice di Fratelli d’Italia e Capogruppo in Commissione difesa.

«Infatti – dice la Rauti –  l’importo dei contributi per l’esercizio finanziario 2019 continua a penalizzare quegli organismi di Arma e di categoria cui è stato attribuito un ridicolo aumento di soli 10mila euro, rispetto allo stanziamento del 2018. Quindi, mentre le associazioni combattentistiche e partigiane ricevono un importo di un milione di euro, quelle d’Arma, di categoria e di specialità soltanto 702mila 918 euro (a fronte 693mila 610 euro stanziati nel 2018)».

«Dopo il mio intervento in Commissione – continua la senatrice di FDI – ho votato contro l’atto del governo che rappresenta una “presa in giro!” Non siamo contrari al finanziamento di questi organismi, peraltro soggetti per legge alla vigilanza del ministero della Difesa, ma stigmatizziamo e condanniamo che si continua a perpetuare un criterio ingiusto di distribuzione».

«E questo in considerazione soprattutto di associazioni, come l’Anpi, che piuttosto che svolgere il loro ruolo di memoria storica si impegnano in attività politiche, quando non addirittura contestano l’impegno delle nostre Forze Armate nelle missioni internazionali, come accaduto ad esempio, a Viterbo il 25 aprile scorso in occasione delle celebrazioni per la giornata della Liberazione».

Commenti

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  • Vito Ignazio Fusaro 30 Maggio 2019

    Sono tesserato dal 1985 ad una associazione combattentistica che fa capo ai Reduci delle Patrie Battaglie (1841 – 1859 – 1861 e prima guerra mondiale). Associazione che ricorda centinaia di migliaia di Italiani che hanno DONATO la ORO VITA per darci questa specie di “paese” in cui ci ritroviamo. Per quanto mi risulta mai abbiamo ricevuto dalla repubblica Italiana un centesimo di lira per tutte le cerimonie che annualmente celebriamo e ricordiamo i nostri avi.

  • fabio dominicini 30 Maggio 2019

    Ma siamo matti…!?
    Per riempire il culo ai figli dei figli dei partigiani rossi degli anni ’40 !? Che oggi organizzano le manifestazioni cosidette antifasciste elettorali facendosi spalleggiare dai centri sociali ed antagonisti !?
    Ma siamo propprio citrulli !!!

  • rino 30 Maggio 2019

    Le associazioni sono aggregazioni volontarie e si devono sostenere, tutte, con le quote degli iscritti. Basta con le sovvenzioni statali. cominciamo a risparmiare da qui.
    A parte il fatto che i partigiani quasi non esistono più e che l’Anpi è, di fatto, un centro sociale che fa politica e alimenta contrapposizioni.

  • Antonio Tenaglia 29 Maggio 2019

    Omissis …….
    Oggi l’ANPI è finanziata dai propri soci e dai versamenti volontari del 5 per mille dell’IRPEF, oltre che da contributi statali legati a specifici eventi; in occasione delle celebrazioni del 70° della Liberazione e della Repubblica italiana l’ANPI ha goduto, unitamente ad altre 178 Associazioni combattentistiche e di reduci – tra cui l’Associazione Combattenti Volontari Antifascisti, Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra, Associazione Nazionale Ex-Deportati e Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti)
    – di contributi statali da parte del Ministero della Difesa e del Viminale di concerto con il Ministero dell’Economia, stabiliti dalla legge di stabilità 2014.
    ……. Omissis.
    Chi era al Governo nel 2014? ?????

  • Maurizio Podio 29 Maggio 2019

    Non posso essere d’accordo con le vostre critiche nei confronti dell’attuale Governo.
    Trovandovi voi ai posti di comando fareste esattamente la stessa cosa.
    Nessuno più di me vorrebbe l’immediata cessazione dei contributi a questo covo di rossi anti-italiani ed il suo definitivo scioglimento.
    Vi prego : meno critiche e più proposte percorribili.