Sergio Ramelli, sul suo sangue innocente ancora odio, sfregio e bugie (video)

29 Apr 2019 14:57 - di Prisca Righetti
«A distanza di 44 anni l’omicidio di Sergio Ramelli continua a impensierire la sinistra. Su alcuni grandi giornali, si è arrivati perfino a scrivere spudorate menzogne come quella che il militante del Fronte della Gioventù sarebbe morto durante gli scontri con Avanguardia Operaia e non a seguito di un infame agguato»: è un ricordo intriso di dolore e di rimpianto, quello che il senatore di Fratelli d’Italia, Ignazio La Russa, affida a un video dedicato alla memoria del giovane militante del Fronte della Gioventù morto in seguito a una brutale agguato eseguito da alcuni esponenti di Avanguardia Operaia. Un ricordo che il vicepresidente del Senato, a margine della sua visita in via Paladini, dove la scorsa notte, la scritta “Ciao Sergio” è stata coperta di vernice rossa, non accetta che venga infangato dallo sfregio o dallo scempio di ricostruzioni inesatte, o peggio ancora, tendenziose, di quei momenti che hanno portato all’aggressione e alla morte del ragazzo. Segno di una memoria che non riesce ancora ad essere memoria condivisa: perché un ragazzo come Sergio, sottolinea in uno dei passaggi del suo ricordo La Russa, che ho avuto l’onore di conoscere e di frequentare in quegli anni, dovrebbe essere il simbolo non di una parte, ma di tutti coloro che dicono no alla violenza politica; dovrebbe essere il simbolo di tutti coloro che vorrebbero guardare a un futuro migliore. Purtroppo, però, non è ancora così»…

Sergio Ramelli nel ricordo di Ignazio La Russa a 44 anni dalla morte

E allora, «oggi è il 29 aprile, e 44 anni fa, esattamente in questo punto veniva assassinato, aggredito a colpi di chiave inglese, il giovane Sergio Ramelli», ricorda La Russa. «Era un militante del Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento Sociale Italiano. Ci fu un vero e proprio agguato da parte del “sevizio d’ordine” di Avanguardia Operaia, composto, pensate, da studenti di medicina, che lo colpirono alla nuca, arrivando alle sue spalle, senza lasciargli nessuno scampo». E evidentemente vibrante è la commozione del senatore FdI nel ricordare gli ultimi istanti di vita di Sergio Ramelli, che in tutta la sua breve esistenza, sottolinea, «non aveva mai commesso nulla che fosse lontanamente censurabile: cosa peraltro accertata dalla sentenza passata in giudicato con cui sono stati condannati gli assassini di Avanguardia Operaia, nel processo nel quale peraltro ero parte civile per conto della mamma di Sergio Ramelli». Oggi, allora, mette in evidenza La Russa, «a distanza di 44 anni, quest’omicidio ancora fa paura alla sinistra, questo ragazzo continua a impensierire» perché scuote «la cattiva coscienza della sinistra e delle tante bugie sugli anni delle spranghe e sugli anni di piombo». Anni lontani, eppure, denuncia il senatore, «anche questa notte è stata imbrattata la scritta “Ciao Sergio”: il murales è stato prontamente ripulito, ma rimangono le tracce, i segni della vernice». Anni lontani, eppure, ancora oggi, accade che, a distanza di 44 anni appunto, c’è chi come «Repubblica in un tweet di qualche giorno fa, a testimonianza di una disinformazione incredibile, scrive che Sergio Ramelli è morto mentre erano in corso scontri di piazza con avanguardia operaia». Anni lontani eppure, ancora oggi, succede che «mentre il prefetto e il questore vietano un corteo in memoria di Sergio Ramelli, c’è chi, incredibilmente, farà una manifestazione contro il suo ricordo. È qualcosa che non è accettabile, conclude La Russa; è qualcosa che riempie il cuore, non solo di stupore, ma di tristezza»…

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