Feb 16 2019

Valter @ 13:32

Senegalese morto nel rogo della baraccopoli: doveva essere in carcere (video)

Aveva una sfilza di precedenti e il permesso di soggiorno scaduto da un anno Ba Moussa, il 29enne senegalese morto nell’incendio divampato questa notte nella vecchia tendopoli di San Ferdinando.

Il gip di Pisa lo ha lasciato a piede libero

Una vita nell’illegalità quella del cittadino africano, in Italia da oltre quattro anni, da un anno come irregolare. L’ultimo incidente con la giustizia il 31 dicembre scorso, quando Ba Moussa era stato arrestato, in forma differita, dal Commissariato di Gioia Tauro, su delega della Squadra Mobile della Questura di Pisa, per detenzione ai fini di spaccio di hashish. Scarcerato il 16 gennaio 2019, dopo la convalida dell’arresto, dal Gip presso il Tribunale di Palmi (Reggio Calabria). Se fosse rimasto in carcere, oggi avrebbe salva la vita, ma in sostituzione al regime carcerario, il Gip di Pisa aveva disposto nei suoi confronti la misura cautelare del divieto di dimora in quella Provincia nel contesto di un procedimento penale – in concorso con altri – non ancora compiutamente definito. Moussa, a quanto fa sapere la Questura di Reggio Calabria, “era gravato da pregiudizi di polizia per reati contro il patrimonio, false dichiarazioni sull’identità personale, interruzione di Pubblico Servizio, inottemperanza foglio di via obbligatori”.

Salvini sul senegalese morto: “Frutto dell’illegalità diffusa”

«Sgombereremo la baraccopoli di San Ferdinando. L’avevamo promesso e lo faremo, anche perché illegalità e degrado provocano tragedie come quella di poche ore fa (un incendio con una vittima). Per gli extracomunitari di San Ferdinando con protezione internazionale, avevamo messo a disposizione 133 posti nei progetti Sprar. Hanno aderito solo in otto (otto!), tutti del Mali. E anche gli altri immigrati, che pure potevano accedere ai Cara o ai Cas, hanno preferito rimanere nella baraccopoli. Basta abusi e illegalità». Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.