Se questo è un premier: Conte, il disertore che si inginocchia davanti alla Merkel

2 Feb 2019 10:17 - di Francesco Storace

Guardi in faccia Giuseppe Conte e ti sembra Giandomenico Fracchia di fronte al megadirettore galattico di fantozziana memoria.

Lo ascolti in un video con Angela Merkel e ti pare Gasperino er carbonaro diventato improvvisamente il Marchese del Grillo.

E ti chiedi quale destino ha infierito sull’Italia per avere un premier come Giuseppe Conte, trasformato in una specie di spione al cospetto della cancelliera di Germania.

Su twitter c’è chi ha saccheggiato Benjamin Franklin, sia pure col pudore di non citarlo: «Siamo nati tutti ignoranti, ma dobbiamo lavorare sodo per restare stupidi». La figuraccia colossale di fronte ad un bicchiere a Davos collezionata dal nostro premier si giustificherebbe solo se avesse ingurgitato tanta grappa. Come un colpo di sciatalgia modello junckeriano. Altrimenti è un’autentica vergogna antinazionale. Indegna.

Domanda: il capo di un governo sovranista – anche se l’esecutivo pare aver dimenticato in fretta che cosa possa significare un minimo di dignità nazionale – può recarsi al cospetto di una potente leader straniera a spifferare come un qualunque pettegolo quello che abbiamo ascoltato in televisione da Conte su Salvini e anche su Di Maio? Ma non erano quelli che volevano cambiare l’Europa mentre ora si mettono ad attovagliare l’illustre commensale spargendo fango su chi lo sorregge, lo supporta, lo sopporta?

Nemmeno potrà scaricare tutto su Rocco Casalino, perché il protagonista  stato lui. «Angela, su Di Maio devi stare tranquilla, perché lui sta con la Germania ed è contro la Francia», come se si parlasse dei mondiali di calcio. E Salvini? E, Conte, senza arrossire nemmeno un po’: «Salvini è contro tutti». In pratica tratta i suoi vicepremier come due scemetti che giocano alla guerricciola; e che in fondo non contano proprio nulla. Qui arriva infatti  il colpo di teatro: «Non preoccuparti Angela, per me è diverso, sono molto determinato».

Patetico. Presuntuoso. E un po’ lecchino (dei tedeschi). Ostenta un potere che non ha.

Andare oltreconfine per parlare male dei suoi vicepresidenti del consiglio è un lusso che Conte non può proprio permettersi. Con quella figura barbina non sembrava solamente l’alunno caracollante negli studi che implora la maestra di non interrogarlo; ma pareva il poveretto che doveva spifferare i difetti altrui per guadagnarsi la merendina. Un colloquio davvero meschino che in un Paese serio meriterebbe una dose abbondante di calcioni dalla seggiola per ruzzolare il presidente del Consiglio giù da Palazzo Chigi.

Ma siamo nell’Italia gialloverde afflitta da “quelli di prima” che guardano stropicciandosi gli occhi “quelli di dopo”.

Quando ci si inginocchia di fronte a quella che si è dipinta come un nemico è il momento in cui viene meno l’interesse nazionale, nota giustamente Giorgia Meloni. Emerge la tendenza alla diserzione rispetto all’etica dei doveri. Ma questa pagina – ahinoi – si volterà rapidamente, perché né Di Maio né Salvini hanno alcuna voglia di mollare l’osso. Il potere diventa sempre più importante della dignità: e avanti di questo passo crollerà anche la mistica del consenso. Perché lo spettacolo è sempre più indigesto; e perché il sovranismo dovrebbe essere una cosa seria, che non sta nella disponibilità di un premier come Giuseppe Conte.

 

Commenti

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  • Mauro Collavini 4 Febbraio 2019

    Comunque e sempre migliore rispetto ai precedenti dal 90 in poi

    • Francesco Storace 4 Febbraio 2019

      Comunque senza parole

  • Ezio Dori 3 Febbraio 2019

    Ancora con questa campagna denigratoria verso questo governo……..lasciamoli lavorare e aspettiamo i risultati , si sa benissimo che 5 anni sono il…minimo … per poter giudicare se i cambiamenti da loro apportati porteranno a qualche risultato positivo… per cui ripeto lasciamoli lavorare e invece di mettergli i bastoni tra le ruote diamo una mano per quanto sia possibile . Guardiamoci indietro e riflettiamo sugli ultimi governi che ci hanno affossato e chi ne ha pagato le conseguenze più dure sono i soliti…il popolo quello più povero e sempre a vantaggio di….. lo sappiamo bene.

    • Francesco Storace 4 Febbraio 2019

      Veramente è Conte che denigra i suoi vicepremier…

  • Marco Di Andrea 2 Febbraio 2019

    …leggevo l’articolo e pensavo a Cavour….

  • rino 2 Febbraio 2019

    Anche questo governo è un fallimento, fallito dall’inizio quando è stato escluso Savona, che forse ora faranno fuori. Ci ha ricordato Draghi, esponente del Bilderberg fin dal ’90, quando sulla nave di Elisabetta II, recitò la prolusione alla riunione che sancì la svendita delle industrie italiane, come detto in TV anni fa da un esponente dell’economia. Per inpedire l’opposizione a questo disegno da parte dei politici di razza, si organizzò “mani pulite” e con Amato al governo si iniziò a privatizzare, primo l’Enel e a razziare i soldi sui conti correnti, perché quel governo ebbe il record dell’aumento del deficit, seguito dal governo Gentiloni. E’ chiaro che togliere i soldi ai ceti produttivi e risparmiatori per la “redistribuzione del reddito”, non funziona e ha portato al fallimento del comunismo. Parimenti fallimentare è ridurre le tasse agli industriali e ai liberi professionisti, spesso maestri nell’evasione o nell’elusione fiscale. Se si mette una flat tax bassa, si detassano redditi fissi e si ridà valore alle pensioni, l’economia pian piano ripartirà, ma ormai il danno è fatto e ci vorà molto tempo, che l’Europa e mercati non ci concedono. Dovremmo uscire dall’euro, ma servirebbe popolo che accettasse i sacrifici di una conseguente svalutazione del 50% e il popolo italiano non è così. In parallelo bisognerebbe mettere i disturbatori di sinistra in condizioni di non fare disinformazione e tentare di vincere con l’aiuto della magistratura di sinistra.

  • Vincenzo Mezzotero 2 Febbraio 2019

    Come si voleva dimostrare, nulla è cambiato e si continua la solita pagliacciata, dimenticando che ! Un PCM scelto e sembrava , oggi libero da tutto e tutti sfoga la sua e cerca di farsi spazio buttando alle ortiche ogni dignità di uomo e di Nazionalità! E’ quanto si merita un Popolo che ha dimenticato le sue radici e pensa di aggrapparsi alla terra, sperando che il vento non lo porti via! Con quale potrà guardare i suoi due al rientro in ? Forse l’unica scusante potrebbe essere quella di essere molti noti nel Mondo per la nostra litigiosità, propensione al tradimento, superficialità ed anche servilismo, avendo seppellito il glorioso passato!

  • Luisa 2 Febbraio 2019

    Infame e vergognoso, si deve buttarlo fuori a calci nel culo. Il solito difetto degli italiani: parlare male degli altri per farsi belli con l’interlocutore di turno. I panni sporchi si lavano a casa propria come fanno tutte le altre nazioni.

  • Giuseppe Lovergine 2 Febbraio 2019

    L’atteggiamento remissivo (direi vile e codardo) in quel discorso irriguardoso che Giuseppe Conte ha fatto ad Angela Merkel, é molto grave. In pratica si è permesso di “deridere” e “sminuire” le personalità dei due Vice premier (Luigi Di Maio e Matteo Salvini). A questo punto, non so cosa ne penseranno i due diretti interessati, ma una cosa è certa e ritengo giusta, sia quella che Giuseppe Conte si giustifichi e chieda scusa pubblicamente a Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Se non lo farà, credo che questo governo non riuscirà a portare a termine la sua legislatura.

  • 2 Febbraio 2019

    C’è un vecchio detto napoletano che è sempre di moda:hanno mise a carta e musica ‘mano e cucchieri.
    Gira e rigira non cambia nulla;una volta al potere ci si dimentica delle promesse fatte al popolo.
    Vogliono sembrare inflessibili con i nemici (a parole) ma poi,alla prima occasione per mantenere la carega calano le brache.

  • eddie.adofol 2 Febbraio 2019

    A me Conte piace ma come tutti gli uomini e le donne del sud sono tutti leccaculi.

    • Francesco Storace 4 Febbraio 2019

      La dignità nazionale riguarda anche questo premier

  • Giuseppe Tolu 2 Febbraio 2019

    Dagli sotto Giorgia, spu**ana sempre certi scimuniti, le prossime elezioni manderanno a casa pure lui.