Sanremo, Ultimo ha smosso le acque. Ora è sicuro: le giurie di esperti saranno cacciate

11 Feb 2019 15:42 - di Girolamo Fragalà

Sono anni che accade. Sono anni che le giurie di esperti (esperti di cosa?), chiamate anche giurie di qualità, gestiscono il risultato di Sanremo. Tanti sono i casi di artisti finiti persino tra gli eliminati o nelle ultime posizioni in classifica a causa della stroncatura dei sapientoni. Stavolta la bomba è esplosa tra le mani di tutti. Ed è esplosa per l’incazzatura vera di Ultimo, che senza mezzi termini ha smascherato il giochetto urlando al microfono la sua rabbia. È successo ad Al Bano. È successo a Gigi D’Alessio, a Povia, a Marcella quando cantò con Gianni Bella, a Valerio Scanu. Proprio Valerio Scanu fu durissimo, all’indomani del suo Festival di Sanremo, attaccando frontalmente i giurati «faziosi»: «È impossibile prendere lo zero per cento a una valutazione e guarda caso lo hanno preso proprio tutti quelli usciti da Amici, io, Annalisa, Alessio Bernabei. Forse hanno avuto troppo potere».
Trucchetti per sbarrare la strada ad alcuni artisti per avvantaggiare altri ce ne sono tanti, anche meno vistosi. Ad esempio aver fatto esibire i cantanti amati dai giovanissimi a tarda notte, quando i giovanissimi sono a letto e quindi senza la possibilità di votare. Ben oltre la mezzanotte, in questa edizione, hanno cantato quasi sempre Nigiotti ed Einar, il che li ha penalizzati parecchio. A voler pensar male, i trucchetti – incrociati tra loro – modificano il risultato. Ora però non c’è più nessuno che difende questo sistema, a partire da Claudio Baglioni consapevole del fatto che «la mescolanza di giudizi rischia di essere discutibile», quindi, «o si sceglie una linea o l’altra, altrimenti si rischia di avere elementi molto discordanti. Ed è un po’ lo specchio della società…». E ancora: «Se il Festival di Sanremo vuol essere una manifestazione popolare, dovrebbe essere gestito solo dal televoto. La giuria d’onore o degli esperti o qualità è qualcosa di televisivo, pensano che mettendo più facce televisive le cose vadano meglio».

Tutti per il televoto,
da Foa a Nino D’Angelo

Parole significative anche dal presidente della Rai: «C’è stata una sproporzione, un chiaro squilibrio tra il voto popolare e una giuria composta da poche decine di persone che ha provocato le polemiche. Questo è il vero punto che deve farci riflettere. Questo sistema funziona o no? Va corretto chiaramente perché il pubblico si senta rappresentato», ha detto a UnoMattina Marcello Foa. «Il dato che più mi ha colpito è che abbiamo avuto un livello di partecipazione sui social, ma anche nei dati d’ascolto, da parte dei giovanissimi che mancava da tanti anni». Tra i cantanti, anche Nino D’Angelo si aggiunge alla lista dei critici: «Penso che il vero voto popolare sia quello della gente perché Sanremo dev’essere il Festival del Popolo. È come se alle elezioni il voto dei giornalisti valesse di più di quello della gente. Io la penso come Claudio Baglioni che propone la revisione dei criteri di voto. Deve contare il televoto – conclude D’Angelo – anche se noi più vecchierelli rischiamo di essere scartati. Ma è giusto così».

Commenti

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  • Laura Prosperini 12 Febbraio 2019

    Una parola solo…
    “speriamo” (che vengano cacciate)!