Sanremo, lo scandalo degli insulti. Il Volo: «Ci dicevano “merde” andate aff…»

11 Feb 2019 21:08 - di Gianluca Corrente

Non solo Ultimo, colpito da insulti, chiamato “stronzetto”. Il Volo scende in campo: «Abbiamo avuto bisogno di qualche giorno per essere lucidi e dire la nostra su quanto accaduto. Alcuni giornalisti ci hanno pesantemente insultato. Hanno usato parole come “merde”, “vaffanculo”, “in galera”, che consideriamo come il frutto di una vera e propria forma di bullismo, di sfottò da stadio. Queste persone non hanno portato gloria all’ordine che rappresentano, il loro atteggiamento è stato un insulto, prima che a noi, a tutti i colleghi giornalisti che svolgono il proprio lavoro in maniera seria e professionale». Così Il Volo, in un post sui loro profili social, interviene sui video ripresi nella Sala Stampa dell’Ariston durante le loro esibizioni in cui si sentono commenti deridenti o offensivi.

Il Volo:  insulti a raffica contro di noi

Sull’in galera va detto però si tratta di una citazione di Giorgio Bracardi ad Alto Gradimento che un giornalista ama ripetere per scherzo durante le lunghe serate del Festival su diverse esibizioni (non solo canore), anche per esorcizzare il clima di tensione e la stanchezza delle battute finali del festival. «In 10 anni – dicono Piero Barone, Ignazio Boschetto, Gianluca Ginoble – abbiamo ricevuto molte critiche sulla nostra musica, sul genere che cantiamo, siamo stati accusati di essere arroganti e spocchiosi. Non abbiamo mai dato importanza a tutto ciò, anche perché, fortunatamente, abbiamo sostenitori che ci supportano quotidianamente e amano quello che facciamo. Ma quando vediamo dei video che testimoniano la cattiveriae la poca umanità da parte di persone che potrebbero essere nostri genitori (molti anche nostri nonni) – concludono – ci dà molto fastidio. Fastidio perché ogni artista deve avere il proprio spazio di espressione musicale. Essere chiamati “merde” o vedere qualcuno che sbraita “in galera” solo perché stiamo facendo quello che ci piace fare nella vita è molto irrispettoso, nei nostri confronti ma soprattutto nei confronti della libertà di espressione. La musica dovrebbe essere libertà non motivo d’insulto!».

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