Nel nome di Almirante l’omaggio di Roma ai Martiri delle Foibe

11 Feb 2019 11:09 - di F.s.

Una bellissima serata, in una location strapiena, soprattutto di giovani studenti.

Il ricordo di Roma dedicato ai Martiri delle Foibe ha visto diverse iniziative in città, nonostante il sabotaggio della Raggi con la sua ottusa domenica ecologica in una giornata di ricorrenza. Probabilmente la più significativa è stata proprio quella organizzata ieri sera dalla Fondazione Giorgio Almirante al Piccolo Eliseo di Luca Barbareschi, che ha fatto gli onori di casa.

Ai giovani presenti si è rivolta Giuliana de’ Medici, figlia di Giorgio Almirante e segretario generale della Fondazione intitolata allo scomparso leader del Msi, che ha fortemente voluto l’iniziativa per ricordare le migliaia di vittime e rendere onore a 350mila esuli dall’Istria, Fiume e Dalmazia, le “terre perdute”.

La serata, condotta dal giornalista Roberto Rosseti, ha avuto un esordio emozionante con la trasmissione del film prodotto da Guido Cace, Luciano De Priamo e il compianto professor Schwarzemberg, intitolato “Martiri dimenticati”.

Un documento che passa per il tentativo di rimozione della tragedia dalla Memoria nazionale, per la storia emozionante dell’assassinio di Norma Cossetto  dopo violenze inaudite, le immagini orribili delle bare calate nelle foibe a recuperare la salme, i momenti strazianti del riconoscimento delle vittime.

Erano italiani assassinati per la loro appartenenza alla comunità nazionale. E diversi interventi si sono succeduti dal palco; particolarmente toccante quello di Federico Guidi, che ha raccontato l’esemplare storia della sua famiglia italiana costretta a fuggire da Zara; quello di Guido Cace, sull’”Olocausto italiano” e le iniziative legislative del Parlamento e della regione Lazio nei primi anni duemila, culminate con l’approvazione della legge Menia; e ancora, tra gli altri, l’assessore regionale del Friuli Venezia Giulia, Fabio Scoccimarro e l’autore del libro Foiba rossa – che alla Cossetto è dedicato – Emanuele Merlino.

Una iniziativa davvero apprezzabile che la Fondazione Almirante ha avuto il merito di organizzare nel nome del diritto alla verità storica.

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