Mamhood spiazza tutti: a farmi da padre è stata mia madre. Ma un parroco non lo capisce e su Fb posta……

12 Feb 2019 13:20 - di Redazione

Il fuoco della polemica innescato dal verdetto sanremese ancora arde, e sotto la cenere cova il desiderio ardente del vincitore del Festival, Mamhood, di dimostrare che la scelta delle giurie d’onore e della sala stampa è stata quella giusta. E sebbene, dopo lo sguardo smarrito più sorpreso sul palco dell’Ariston alla proclamazione della vittoria, a chi lo interpella continua a ripetere: «Mi fa strano essere chiamato “personaggio del momento”, non riesco ancora a realizzare». Ma mentre lui prova ad andare oltre dissapori e recriminazioni, c’è ancora chi su quell’affermazione sanremese ha da ridire: e stavolta il contestatore non è un competitor deluso, ma un sacerdote amante della musica e della kermesse festivaliera, patito del Volo e non ancora convinto della classifica…

Mamhood, «mia madre mi ha fatto da padre»

E lui è padre Salvatore Picca, parroco di San Martino Valle Caudina (provincia di Avellino) a protestare veementemente contro la vittoria di Mahmood al 69esimo Festival di Sanremo che, in segno di protesta contro la liturgia festivaliera e per niente convinto dalle scelta erudita dei giurati doc, sul suo profilo social posta polemicamente: «Sarò un sovranista…un fascista…un nazionalista…uno squadrista e tutti gli ista del mondo ma la canzone di Mahmood davvero non si può sentire… è semplicemente vergognosa… ma si è realmente fascisti e razzisti dicendo che non può vincere il festival della canzone italiana una schifezza del genere e che non si può dire a tutto il mondo che la canzone italiana è ridotta a quello schifo????». Una disamina dall’approccio tutt’altro che conciliante a cui, non sappiamo se provando a porgere l’altra guancia, o semplicemente nello sforzo di replicare al coro di dissenso intonato dai fan di Ultimo e dai delusi del podio dal minuto dopo la fine dell’agone canoro, è lo stesso cantautore italo-egiziano a rispondere ai microfoni di RTL 102.5, dicendo: «Sono soddisfatto perché la gente che non mi conosce, magari, pensa sia nato tutto da Sanremo, ma in realtà dietro c’è un lavoro di anni in cui ho scritto pezzi per me e per altri e sono molto orgoglioso del lavoro e trovarmi qui mi fa un po’ strano ma era quello che volevo da sempre. L’ho cercato, ci ho lavorato, ho tenuto duro e questa cosa mi dà la speranza che quando uno si impegna davvero i risultati poi arrivano».

Il post di un sacerdote riaccende le polemiche

Non solo: al sacerdote appassionato di musica italiana, che su Facebook si è scagliato contro il trionfo di Mamhood ribadendo che, a lui, «Soldi, non piace proprio, anzi», – e forse a tutti quelli dalla parte di Ultimo – il giovane vincitore della competizione canora sanremese prova a spiegare esegesi e motivazione del brano che ha trionfato all’Ariston. «Devo molto a Milano», ha detto Mamhood, aggiungendo come la città sia sempre presente «nei miei pezzi, nelle mie descrizioni, mi ha fatto da culla della musica e mi ha ispirato tanto». Poi, entrando nel merito del significato intimo del pezzo, dichiara: «La figura del padre? Nel mio mondo interiore l’ho vista sempre come, non so, quello che doveva fare un po’ da “boss” della famiglia. Nel mio caso l’ha fatto mia madre Anna che mi ha fatto sia da madre che da padre». E nonostante tutto, rassicura tutti il cantautore, Mahmood sottolinea di aver «vissuto un’infanzia e un’adolescenza bellissima. Non ho nulla da rimpiangere, ma mi sarebbe piaciuto conoscere meglio certe tradizioni, certi aspetti di una cultura che conosco meno. In Egitto sono stato due volte, e mi sarebbe piaciuto conoscere di più le radici paterne, magari lo farò in futuro, non mi precludo nulla». E sulle critiche alla sua canzone tira dritto e conclude: «Faccio il cantante e cantautore  e sono consapevole del fatto che la mia musica possa piacere o non piacere. Io le critiche le accetto tutte, veramente, ma solo se sono costruttive perché così posso imparare anche io». E così, l’affondo del sacerdote, che per spiegarsi il terzo posto dei suoi preferiti, i tre del Volo, nel suo infuocato post si rammarica polemicamente del fatto che, «purtroppo hanno avuto una sola pecca, non erano musulmani non erano immigrati, non erano pieni di tatuaggi», non sembra andare molto incontro all’appello di Mamhood per le critiche costruttive. Anzi…

 

Commenti

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  • Nicola 12 Febbraio 2019

    Non mi sorprende che la madre fosse il boss della famiglia. Originaria di Orosei, mezzo barbaricina e quasi ogliastrina. Il povero padre egiziano sarà stato messo subito in riga.