M5S, escluso dalle liste ricorrre contro Grillo e vince: ma a pagare è Casaleggio

6 Feb 2019 16:17 - di Redazione
casaleggio

Perde Grillo, paga Casaleggio. O meglio, l’associazione Rousseau, presieduta da Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto, guru e cofondatore del M5S, che assiste il MoVimento non solo sul piano tecnologico ma anche giuridico fino a sobbarcarsi gli oneri e le spese derivanti da cause legali. È il caso della vicenda che riguarda Mauro Canino, ex attivista grillino, che ha intentato causa, vincendola, ai Cinquestelle, dopo essere stato escluso dalle primarie online per le comunali di Roma del 2016, le cosiddette “comunarie“. Un’esclusione dichiarata «nulla» dalla sentenza emessa lo scorso 21 gennaio dalla sedicesima sezione civile del Tribunale di Roma (giudice Guido Romano), che ha condannato l’associazione M5S del 2009 e quella del 2012 (entrambe guidate da Beppe Grillo) a risarcire al Canino circa 22mila euro. Ma a sborsare la cifra non è stato il comico, bensì l’associazione Rousseau di Casaleggio: il relativo bonifico è del 1 febbraio scorso.

Mauro Canino era stato escluso dalle “comunarie” di Roma

Tutto regolare, s’intende: la Rousseau infatti paga le spese legali del Movimento, attingendo le risorse da un fondo ad hoc, la cui esistenza è certificata nero su bianco nell’ultimo bilancio dello stesso organismo, quello relativo all’anno 2017. Si tratta, infatti, del “Fondo per rischi e oneri“, articolato in quello “rischi spese legali” (58mila euro) e “spese future” (31mila 741 euro), che in totale in cassa ha circa 90mila euro, a disposizione dell’associazione Rousseau per assicurare tutela legale a tutti coloro che fanno parte del Movimento.

La “Rousseau” di Casaleggio “scuce” oltre 22mila euro

«L’accantonamento per rischi spese legali – si legge nella nota integrativa al rendiconto 2017 della Rousseau – si riferisce alla possibilità di dover provvedere al pagamento degli oneri e delle spese derivati da cause legali in corso di definizione, così come è stato riferito e stimato dal legale che segue relativa pratica». Mentre gli “accantonamenti” per le “spese future, funzione sancita dall’articolo 4 dello statuto dell’Associazione presieduta da Casaleggio,  si riferiscono a pagamenti da effettuare, sempre per cause legali”.

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  • MICHELE RICCIARDI 7 Febbraio 2019

    7 Febbraio 2019 — Se per cambiare la Costituzione basterebbe la maggioranza assoluta del parlamento, quindi senza il ricorso al referendum, sarebbe meglio o sarebbe peggio? Per me sarebbe meglio, e per voi? Cari politici, se non volete eliminare il parlamento, fate almeno questo. Correrebbe il rischio di essere cambiata ogni 5 anni? E non è bello così!