Lo scambio, ora la Lega cede sulla Tav. Meloni: «Il governo ci condanna all’arretratezza»

21 Feb 2019 10:03 - di Gabriele Alberti

Verrà ridiscusso tutto. La Lega cede sulla Tav al M5S. I due partner di governo sembrano aver trovato un accordo sul testo della mozione relativa all’opera. Un accordo che “santifica” il matrimonio ma che ha una “filosofia” dimessa: non fare nulla, rimandare, domani si vedrà. Il testo, infatti, – firmato dai capigruppo di 5 Stelle e Lega, Francesco D’Uva e Riccardo Molinari –  impegna l’esecutivo a «ridiscutere integralmente il progetto della linea Torino-Lione, nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia». E si riabilita l’analisi costi benefici che, secondo la Corte dei conti europea, «è per definizione lo strumento analitico utilizzato per valutare una decisione di investimento confrontando i relativi costi previsti e benefici attesi». Insomma non c’è uno stop ma si prende tempo. 

Tav, Salvini cede

Dietrofront. Salvini oggi spiega: «C’è nel contratto e negli accordi che il progetto andava rivisto e poteva essere ridimensionato arrivando a tagliare 1 miliardo di opere che potevano essere evitate, investendo invece sulla metropolitana di Torino. E’ chiaro che stiamo andando verso questo percorso. Io lavoro per un Paese che va avanti, ci sono anche altre sensibilità al governo. Quindi se si può tagliare su costi spropositati è giusto ragionarci», ha affermato il vicepremier e ministro dell’Interno, a Radio Anch’io.

Ma l’Italia non aveva bisogno di più opere?

Salvini ieri rivendicava: «Stiamo preparando un decreto per dimezzare i tempi dei cantieri, l’Italia ha bisogno di più opere», aveva detto – non nella preistoria- ma durate un comizio in Abruzzo pre-elettorale. Aggiungendo: «Se qualcuno ha scavato 25 chilometri di galleria è più utile finirla o lasciarla così? Per capirlo non serve una laurea al Politecnico». Già. Non serve una laurea al Politecnico per dedurre che si tratta di una mozione  che rinvia al contratto di governo, il quale rinvia ad un’analisi costi-benefici che verrà palleggiata sine die da un ministero all’altro, passando per Palazzo Chigi. Il risultato sarà il rinvio, non fare nulla.

Meloni: «Il governo ci condanna all’arretratezza»

Salvini si difende dalle accuse di “uno scambio di favori”, recriminata dalle opposizioni: l’ipotesi dello “scambio” tra il  voto sull’autorizzazione in cambio dell’autonomia, della legittima difesa e della Tav «è veramente squallida», replica Salvini. Però, non ci vuole una laurea al Politecnico neanche per capire – come fa notare Gorgia Meloni- che «il futuro è il trasporto di merci e persone su treni veloci e puliti. Il passato sono camion lenti, inquinanti e pericolosi che inquinano la nostra aria e intasano le nostre strade. Ma la maggioranza grillo leghista con due righe di una mozione parlamentare contro la TAV decide di condannare l’Italia a far parte del Terzo mondo del commercio mondiale e consegnare la nostra Nazione all’arretratezza e alla povertà. Fratelli d’Italia non si rassegna al declino e continuerà la sua battaglia per dare all’Italia infrastrutture moderne e un futuro di crescita alla nostra terra». Alla luce delle dichiarazioni del rappresentante della Ue che chiedeva di fare in fretta nell’avvio dei bandi sulla Tav, se la maggioranza approverà questa mozione, sarà come mettere una pietra tombale sulla Torino-Lione.

Commenti

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  • Vincenzo Mezzotero 22 Febbraio 2019

    Come si vuol dimostrare, siamo sempre il solito Paese degli , di coloro che rinviano al domani quello che si sarebbe dovuto fare ! Non si tiene conto della figuraccia che si fa con il Mondo intero e non solo con la Francia; dell’ammanco economico e dei tanti posti di lavoro che vengono buttati al vento, mentre si predica di creare per il rilancio dell’economia! Auguro che questa , prettamente italiana, debba avere una fine quanto prima possibile e che tutte le Opere in atto continuino ad essere realizzate al sol fine di poter un domani ritornare ad essere quelli che si era un tempo!