Cercola, indagine sulle aste: Castello del “Re degli orafi” svenduto per un indirizzo sbagliato

12 Feb 2019 13:26 - di Paolo Lami
Il Castello di Cercola svenduto all'asta

Un Castello di tre piani nel cuore di Cercola, provincia di Napoli, parte dell’immenso patrimonio immobiliare di una storica e famosa famiglia di orafi campani imparentati con una nobildonna italo-svizzera, danneggiato dal terremoto dell’80, valutato un milione di euro, e, poi, finito all’asta e svenduto per quattro soldi – quasi un decimo del suo valore reale – grazie ad una serie di incredibili passaggi su cui sta indagando la Procura di Napoli. E affittato, a un certo punto, anche a un pregiudicato legato al clan Sarno.

È l’incredibile storia emersa grazie alla determinazione di uno dei proprietari di quel Castello che non si è voluto arrendere e, per anni, ha tentato di denunciare pubblicamente, senza essere creduto, quanto stava accadendo. Una lotta impari che ha portato il proprietario a bussare a tutte le porte istituzionali, perfino al Quirinale, per farsi ascoltare. Inutilmente. In un caso si è persino sentito rispondere con molta franchezza: «Se sei incudine stai, se sei martello dai». Come dire: abbozza e zitto.

Ora, finalmente, sulla vicenda stanno indagando gli investigatori del commissariato di Ponticelli guidati dal vicequestore Maria Maione delegati dal pm partenopeo Gennaro Damiano.
L’inchiesta, inizialmente archiviata nel gennaio 2016 perché priva «di elementi di specificità atti a configurare ipotesi di reato», dopo un esposto presentato ai carabinieri dai proprietari del Castello di Cercola nel 2014, è stata riaperta recentemente. E punta a far luce anche su un altro aspetto incredibile: la sparizione dei finanziamenti per la ricostruzione del dopo-terremoto del 1980 in Campania. Milioni di euro scomparsi nel nulla e mai arrivati a chi ne aveva diritto per ricostruire gli edifici danneggiati e periziati, in questo caso, dal Comune di Cercola. Dove sono finiti quei soldi?

Il Castello di Cercola danneggiato dal terremoto, ma i fondi sono spariti

Ma partiamo dall’inizio, da quando quel Castello, nel 1980, viene danneggiato dal terremoto che devasta la Campania. Il Comune di Cercola invia i suoi tecnici che periziano l’immobile e stimano i danni in 286 milioni di lire.
La procedura prevede che sia la stessa amministrazione locale a richiedere, attraverso il proprio ufficio tecnico, i fondi stanziati e a scegliere, tramite alcune gare d’appalto, le ditte che dovranno ripristinare il Castello di Cercola anche con iniezioni di cemento armato per rinforzare l’intera struttura.
Passano i mesi, poi gli anni ma dei fondi non c’è traccia.
Alle legittime e ripetute richieste dei proprietari dell’edificio viene risposto di attendere. Oggi quei soldi non si sa che fine abbiano fatto o chi li abbia intascati. Di certo ai proprietari del Castello non è mai arrivato nulla. Agli atti del Comune di Cercola, a guida Pd, non risulta neanche la perizia con la quale lo stesso Ctu dell’amministrazione locale stabilì i danni in 286 milioni di lire. Tutto scomparso. Il ministero competente rinvia alla Regione Campania, amministrata dal Pd Vincenzo De Luca. E, informalmente, i proprietari del Castello vengono a sapere che non è il primo caso di questo genere. Ma è tutto scomparso, documenti e finanziamenti. Come è potuto accadere?

Nel frattempo muore il capostipite della famiglia dei proprietari del Castello di Cercola, orafi da generazioni e proprietari, fra l’altro, anche di uno dei parchi più prestigiosi di Ischia, il Negombo, e della spiaggia di San Montano. E le successioni iniziano a complicarsi fra figli, nipoti e zie che si contendono  lo sterminato patrimonio immobiliare del “Re degli orafi“.

Si arriva così alla divisione dei beni attraverso un giudice. Prima vanno all’asta appartamenti e locali commerciali di Napoli e, poi, per ultimo, il Castello di Cercola valutato dai periti oltre 1 milione di euro.

E qui inizia la magagna. Su cui ora indaga la Procura di Napoli e il Commissariato di Ponticelli. Perché le pubblicazioni dell’asta parlano di un immobile che si trova in corso Ricciardi 197, a Cercola, una via inesistente.
A Cercola, in realtà, c’è Corso Domenico Riccardi. Al civico 197 di Corso Domenico Riccardi – non Ricciardi – c’era una salumeria, all’epoca, ora c’è un negozio di motorini, come hanno accertato, nel corso di un recente sopralluogo, gli investigatori del Commissariato di Ponticelli. Ma il Castello di certo non si trova neanche lì, si trova in una via nascosta aldilà di un arco, viale Mazzei 17, a quasi un chilometro di distanza.

Inutili le richieste degli eredi del castello di Cercola a notai e giudici

Uno dei proprietari si accorge dell’errore perché i conoscenti di Cercola che incontra iniziano a chiedergli cosa ci sia sotto, ipotizzando una truffa messa in atto addirittura dalla famiglia, conosciutissima e stimatissima, che ha mandato il Castello di Cercola all’asta per poter dividere i beni fra gli eredi.
Insomma, oltre al danno anche la beffa. Anche perché inutilmente e ripetutamente uno degli eredi scrive e chiama più volte lo studio notarile incaricato della vendita chiedendo da dove fosse stato preso questo indirizzo sbagliato e pregando di modificarlo. Niente. Scrive anche un fax al giudice chiedendo la rettifica. Inutilmente. Chiede formalmente la documentazione ma gli viene negata.
Eppure si scopre che il perito che ha stilato la stima del Castello si è recato, per ben due volte, all’indirizzo corretto, in viale Mazzei 17 e non in Corso Ricciardi. Ma, sulle carte, l’indirizzo del Castello di Cercola continua a restare quello sbagliato di Corso Ricciardi.

Cosa comporta tutto questo? Che le aste si susseguono, una dopo l’altra, andando a vuoto poiché gli acquirenti interessati non trovano, ovviamente, l’immobile ogni volta che vanno a visitarlo, come pubblicizzato, in Corso Ricciardi, che, come abbiamo visto, non esiste a Cercola. E al 197 di Corso Domenico Riccardi c’è, invece, la salumeria che poi lascerà il posto a un negozio di ciclomotori. Del Castello “nascosto” nella stradina laterale, viale Mazzei 17, nessuna traccia.

Il prezzo dell’immobile scende, così, di asta in asta a vuoto. Mentre i proprietari continuano inutilmente a scrivere e a telefonare ai giudici e ai notai chiedendo di correggere l’indirizzo. Si avvicendano tre notai, gli ultimi due padre e figlio. E tutti perseverano con lo stesso errore dell’indirizzo.
I proprietari si rivolgono anche al Consiglio dei Notai di Napoli che avvisa il notaio responsabile della vendita. Neanche questo serve. L’indirizzo resta, comunque, quello sbagliato.
Alla fine il Castello viene frazionato in lotti e svenduto. Il valore iniziale di oltre 1 milione di euro è un ricordo lontano.

Le aste del Castello di Cercola vanno a vuoto per quell’indirizzo sbagliato

Un appartamento di 143 metri quadri nel Castello di Cercola con una pertinenza di 396 metri quadri di giardino a frutteto viene venduto a 45.000 euro, laddove un valore di mercato oggi, per un appartamento del genere, secondo il Borsino Immobiliare e Immobiliare. it è di almeno 340.000 euro considerando un prezzo medio al metro quadro di 1.898 euro (ma in zona si parla anche di 2.700 euro al metro quadro) e una superficie commerciale di 179,6 metri quadri fra appartamento e giardino.
In pratica, di asta in asta andata a vuoto, a causa dell’indirizzo sbagliato, l’appartamento è stato venduto quasi a un decimo del valore stimato.
Come se non bastasse, uno dei locali del Castello viene affittato ad un pregiudicato arrestato nel 2015, che si vanta, di fronte agli acquirenti che si presentano per vedere gli appartamenti in vendita, di essere il cognato di un noto malavitoso legato al clan Sarno. Ai potenziali acquirenti il pregiudicato racconta, con dovizia di particolari, mettendoli in fuga, delle gesta del cognato: decapitazioni e occultamenti di cadavere.

Un altro appartamento del Castello di Cercola di 147 metri quadri più un cortile viene dato via a 39.000 euro. E tutto il piano superiore, compreso di terrazzo e torretta – 188 metri quadri in totale – viene venduto a circa 45.000 euro. Solo poco prima di quest’ultima vendita, quando oramai il Castello di Cercola è quasi completamente alienato e smembrato, viene finalmente modificato l’indirizzo mettendo sugli annunci dell’asta quello giusto. Ma oramai ètroppo  tardi. Il Castello è stato svenduto. Di quel bene da oltre 1 milione di euro gli eredi non vedranno che un pugno di soldi.

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