Lasciateli cantare… Di Maio, Di Battista e Fico per farsi notare andrebbero pure a Sanremo

5 Feb 2019 9:50 - di Francesco Storace

Lasciateli cantare. Ma non perché siano italiani veri: anzi. Solo per trovar loro un mestiere, perché continuare a fare i cantastorie non va più bene.
Signori e signori, vorremmo vedere stasera dal Palco dell’Ariston esibirsi col menestrello Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista e Roberto Fico, gli scapestratos di lotta e di governo.
È un trio bestiale che fra poco tempo manderà il governo a carte quarantotto, ogni giorno un ricatto, gli ultimi riguardano le balle sulla Tav e la mimica sul processo a Salvini.
Non si rendono conto che anche loro un giorno diventeranno “quelli di prima” e si beccheranno tanti insulti dal popolo dei delusi.
La loro musica è assai stonata e il peggiore di tutti è Roberto Fico, che tenta di passare come il più istituzionale della compagnia: ma fa disastri. “Se io fossi Salvini mi farei processare”, sibila. Se io fossi Salvini, invece, ti rifilerei uno sganassone.
Perché è una vergogna pensare di lasciar passare una trama vergognosa contro la politica di difesa dei confini nazionali solo perché non si può dire fatela finita a quattro mentecatti che strillano ticchettando sul web.
Ma non basta, perché il degno successore di Laura Boldrini ne ha anche per la Tav, “contro cui fu fondato il Movimento cinque stelle”, insiste Fico. Più volgarotto il solito Di Battista che invita Salvini a tornare da Berlusconi senza rompere gli attributi (che definisce in maniera più popolareccia).
Di Maio fa il pugile suonato che ha capito solo una cosa: vogliono – gli altri due – il suo posto e gli stanno scavando la tomba.
Il problema è che non si rendono conto di quanto velocemente rischino di essere divorati tutti e tre dal potere: le contestazioni in Abruzzo, da parte degli operai ad Ortona, e ieri a Pomigliano, in casa di Giggino, sono un primo pessimo segnale per i Cinque stelle. Cominciano ad essere inseguiti dalla protesta: così iniziò la fine politica di Matteo Renzi.
Ma presuntuosi come sono, i pentastellati soffrono maledettamente la concorrenza leghista, e hanno preso di mira il quartiere generale di quello che dovrebbe poi essere il loro alleato di governo.
Quando va bene, ormai, l’esecutivo si limita a rinviare le scelte da compiere. Clamorosa è stata la fuga di Conte sul Global compact, così come la figuraccia che stanno inanellando in queste ore sul Venezuela. L’Italia oggettiva alleata di Maduro col pretesto della neutralità era uno spettacolo che francamente non avremmo mai immaginato di vedere.
Si dividono sull’Afghanistan come sulle trivelle e potremmo citare tanti altri casi simili.
Per ora il loro ritornello è sempre lo stesso: “quelli di prima”.
Sembra un gioco, una storiella, un asilo.
È invece si tratta del governo dell’Italia.
Non osiamo immaginare che cosa accadrà quando si scopriranno le carte sull’autonomia regionale, come ha scritto proprio sul Secolo l’ex ministro Mario Landolfi.
Pietà, e meno male che stasera c’è Sanremo. Magari avremo meno tempo per questa politica nei tiggi’.

Commenti

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  • maria 5 Febbraio 2019

    presuntuosi come sono i 5palle non c’é da meravigliarsi. Ragazzini che si credono padreterni.

    • Francesco Storace 5 Febbraio 2019

      Una banda di ragazzini

  • Angy 5 Febbraio 2019

    Qualcuno ha la memoria corta… E ha dimenticato Renzi dappertutto, anche ad Amici di Maria De Filippi… Per non parlare delle presenze a Porta a Porta…

    • Francesco Storace 5 Febbraio 2019

      Certo, ma l’articolo riguarda altro

  • Carlo Cervini 5 Febbraio 2019

    Cantino pure, ma al cesso…………..questi irresponsabili stanno rovinando il Paese, gli investimenti pubblici e privati, il risparmio delle famiglie e il lavoro. Non sono bastati i 200 miliardi di fresca fuggiti dall’Italia da Maggio 2018 ad oggi……………vogliamo proseguire ?????

    • Francesco Storace 5 Febbraio 2019

      Bravo