Il cdr del “Giornale” minaccia lo sciopero proprio quando Berlusconi si candida alle Europee

15 Feb 2019 16:35 - di Redazione

Sarebbe davvero il colmo: il cdr del Giornale della famiglia Berlusconi minaccia uno sciopero proprio sotto le elezioni che vedono candidato alle Europee Silvio Berlusconi. A fronte di un possibile taglio delle retribuzioni di un 30%, il Comitato di redazione ricorda all’azienda che “nei mesi che abbiamo davanti cadono importanti scadenze elettorali”, sottolineando come sia “fondamentale che in edicola i lettori trovino sempre il nostro quotidiano, che dalla sua nascita rappresenta una voce irrinunciabile per l’opinione pubblica italiana e un riferimento ancor meno rinunciabile per quella sua parte di orientamento moderato e di forti convinzioni liberali”. Dopo l’ultimo incontro con i rappresentanti della Società europea di edizioni, si legge nella nota, il Cdr del Giornale “esprime la sua profonda insoddisfazione e la sua preoccupazione per il mancato avanzamento della trattativa in corso che dovrebbe portare il quotidiano fuori dalla grave situazione economica in cui si trova. Una crisi, che i vertici aziendali insistono a voler affrontare unicamente pretendendo di imporre ai dipendenti sacrifici economici ingiustificabili sul piano della responsabilità (in quanto i dipendenti non hanno voce in capitolo nelle scelte strategiche dell’azienda) e insostenibili per i bilanci familiari dei giornalisti e degli altri dipendenti in quanto il taglio delle retribuzioni prospettato è del 30%. Il Cdr ricorda che il proporzionale taglio della forza lavoro impiegata ogni giorno rende impossibile la realizzazione del quotidiano che i lettori trovano oggi in edicola”.

“Nonostante le richieste che dal settembre scorso il Cdr e la redazione hanno reiterato, i vertici aziendali non hanno presentato alcun piano di rilancio che consenta al Giornale di invertire la tendenza che vede un calo degli introiti da vendite e da pubblicità, calo ben più consistente rispetto alla media complessiva dei quotidiani nazionali. Il Cdr esprime profonda insoddisfazione anche riguardo alle risposte, tanto vaghe da apparire evasive, che nell’ultimo l’azienda ha fornito in tema di incentivi economici alle dimissioni volontarie che potrebbero limitare notevolmente il sacrificio richiesto alla redazione e chiede che l’azienda presenti entro la settimana prossima una proposta che rappresenti una base di partenza ragionevole per le trattative individuali. Gli ultimatum sono sgradevoli e brutali ma mai quanto la proposta di un taglio delle retribuzioni in una misura che mette in questione il futuro di ben oltre cento famiglie”. “Di fronte all’inerzia dimostrata dall’azienda, il Cdr e la redazione ribadiscono la volontà dei giornalisti di fare la loro parte per superare la situazione di crisi e di concludere in tempi brevi un accordo che consenta a tutti di affrontare con la necessaria serenità il prossimo futuro. Nei mesi che abbiamo davanti cadono importanti scadenze elettorali ed è fondamentale che in edicola i lettori trovino sempre il nostro quotidiano, che dalla sua nascita rappresenta una voce irrinunciabile per l’opinione pubblica italiana e un riferimento ancor meno rinunciabile per quella sua parte di orientamento moderato e di forti convinzioni liberali”, conclude la nota.

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