Guaidò, 70 morti in 7 giorni. E all’Italia dice: «Fate la cosa giusta». Ma Di Maio: non lo riconosciamo

1 Feb 2019 10:26 - di Lorenza Mariani

Clima incandescente in Venezuela: il caos imperversa e rimbalza dalle strade alla tv. E tra tensione istituzionale e disordini di piazza, l’autoproclamato presidente ad interim Juan Guaidò in un’intervista esclusiva al TG2, dichiara: «Maduro ha perso il controllo del Paese e la popolazione sta soffrendo». Poi, l’autoproclamato presidente ad interim rivolge un invito proprio all’Italia, esortando il governo «a fare la cosa giusta», perché «usare la scusa che ci potrebbe essere qualcosa di peggio di questo non è vero».

Guaidò denuncia 70 morti in 7 giorni. E all’Italia dice: fate la cosa giusta

Dunque, dopo aver ricordato che «il 90% della popolazione vuole il cambiamento, il 90% scommette sulla democrazia», ha affermato che «c’è un piccolo gruppo che sta assassinando» e ha parlato di “70 giovani assassinati in una settimana dal Faes (le forze speciali di polizia) e 700 persone in carcere, 80 minorenni addirittura bambini».
Rispondendo a una domanda riguardo alle dichiarazioni del sottosegretario Manlio Di Stefano, che ha avvisato sul rischio di fare in Venezuela lo stesso errore fatto in Libia, taglia corto: «In Venezuela non è possibile una nuova Libia», e il solo prospettarlo, spiega, «denota scarsa conoscenza» di quanto sta avvenendo in Venezuela, ha aggiunto Guaidò. Infine, riguardo ai contatti con l’Italia il leader dell’opposizione venezuelana afferma di aver parlato con il ministro degli Esteri e con il viceministro. «Sono molto preoccupati», riporta Guaidò che ha espresso gratitudine e ha sottolineato l’importanza del voto che si è avuto ieri al parlamento europeo.

Venezuela, Lega e 5 Stelle su posizioni ancora distanti

Voto rispetto al quale sia M5s che Lega si sono astenuti, una coincidenza che non significa una convergenza di vedute sul caso Venezuela. Tanto che, dopo lo scontro registrato qualche giorno fa tra Salvini e Di Battista, il match al vertice sulla questione venezuelana ha coinvolto il sottosegretario agli Esteri M5s Manlio Di Stefano e il suo omologo della Lega, Guglielmo Picchi. E mentre l’esponente pentastellato dallo studio di Tv 2000, su quanto sta accadendo nello Stato sudamericano dichiarava «l’Italia non riconosce Guaidó. Siamo totalmente contrari al fatto che un Paese o un insieme di Paesi terzi possano determinare le politiche interne di un altro Paese. Si chiama principio di non ingerenza ed è riconosciuto dalle Nazioni Unite», il suo omologo del Carroccio, quasi in contemporanea controbatteva: «Certamente troviamo assurde fuori dalla realtà le dichiarazioni di certi esponenti dei Cinque stelle, anche di governo. Non hanno capito la gravità della situazione. La Lega è di tutt’altra opinione e soffre le posizioni ideologiche. La linea del governo è quella che ha espresso ieri Moavero in Parlamento».

Di Maio: non vogliamo riconoscere Guaidò

Insomma, sul caos Venezuela le componenti gialloverdi dell’esecutivo la vedono in maniera diametralmente opposta e rispetto all’agenda internazionale Lega e 5 stelle sembrano ancora rispettivamente lontane dal trovare una sintesi che possa essere riassunta e annunciata in una linea univoca sul Venezuela. Tanto che, solo poco fa, a riguardo il vicepremier Di Maio, ha ribadito con forza: «Noi non vogliamo arrivare al punto di riconoscere un soggetto che non è stato votato dal popolo come presidente». E ancora: «In questi anni – sottolinea il capo politico dei Cinque Stelle – siamo stati già scottati da ingerenze di stati occidentali in altri Stati. In Venezuela – aggiunge e conclude – il cambiamento lo decidono i cittadini, noi siamo dalla parte della pace, della democrazia, dobbiamo creare i presupposti per favorire nuove elezioni». E lo stallo si cementa.

 

Commenti

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  • Ewiak Ryszard 1 Febbraio 2019

    Il Venezuela è il nuovo terreno di scontro geopolitico internazionale. Per ora, tuttavia, possiamo dormire in pace. Gesù disse: “E quando udrete parlar di guerre e di sommosse [disordini], non siate spaventati; perché bisogna che queste cose avvengano prima; ma la fine (τελος – in questo contesto: compimento, adempimento) non verrà subito dopo.” (Luca 21:9, Riveduta 1927)

    La guerra nucleare globale, (sarà un vero segno di completamento dell’epoca), inizierà con un conflitto etnico: “Poiché si leverà nazione contro nazione”, come nel 2008 in Georgia. (Matteo 24:7)

    Nel libro di Apocalisse leggiamo: “E uscì un altro cavallo, color fuoco; e a colui che vi sedeva sopra fu concesso di togliere la pace dalla terra affinché si scannassero gli uni gli altri; e gli fu data una grande spada.” (6:4-6) Gesù avverte anche: “Cose terrificanti [φοβητρα] anche [τε] e [και] fenomeni insoliti [σημεια] dal [απ] cielo [ουρανου] potenti [μεγαλα] saranno [εσται].” (Luca 21:11) Alcuni antichi manoscritti contengono le parole “e gelate” [και χειμωνες], e in Marco 13:8 “e disordini” [και ταραχαι]. Ci saranno anche significativi tremori, carestie ed epidemie in lungo e in largo le regioni. Gesù ha presentato qui un quadro completo delle conseguenze della guerra nucleare globale.

    Gesù ha anche sottolineato: Tutto questo sarà “l’inizio delle doglie del parto”. (Matteo 24:7, 8)