Foibe, stasera al cinema Europa a Roma il film-denuncia Red Land su Norma Cossetto (video)

5 Feb 2019 17:21 - di Redazione
Giorno del Ricordo, Foibe: oggi la proiezione del film Red Land sull'omicidio di Norma Cossetto

Stuprata più e più volte dopo essere stata legata a un tavolo e, poi, gettata ancora viva nella foiba di villa Surani profonda 136 metri: morì così, quella notte fra il 4 e il 5 ottobre del 1943, assassinata dai partigiani comunisti titini, la studentessa istriana Norma Cossetto, laureanda all’Università di Padova, barbaramente violentata e e uccisa per la sola colpa di essere Italiana.
Uno dei capitoli più terribili delle infami stragi compiute dai partigiani comunisti.

Dopo anni di rimozione e di silenzio sulle Foibe e sull’omicidio di Norma Cossetto, di tentativi di minimizzare e di nascondere – ancora oggi l’Anpi continua ad avere un’atteggiamento ambiguamente vergognoso, negazionista o giustificazionista – il film Red Land, proiettato questa sera alle 20,30 al Cinema Europa a Roma (Corso d’Italia, 107), racconta la storia di questa ragazza morta fra atroci sofferenze inflitte dai suoi aguzzini e il cui assassinio rappresenta uno dei punti più bassi mai raggiunti dai partigiani.

Una vicenda terribile che le parole della sorella di Norma Cossetto, Licia, scomparsa nel 2013, rendono in tutta la loro crudezza: «Ancora adesso la notte ho gli incubi, al ricordo di come l’abbiamo trovata: mani legate dietro alla schiena, tutto aperto sul seno il golfino di lana…tutti i vestiti tirati sopra all’addome. Sono convinta che l’abbiano gettata giù ancora viva. Mentre stavo lì, cercando di ricomporla, una signora si è avvicinata e mi ha detto: “Signorina non le dico il mio nome, ma io quel pomeriggio, dalla mia casa che era vicina alla scuola, dalle imposte socchiuse, ho visto sua sorella legata ad un tavolo e delle belve abusare di lei; alla sera poi ho sentito anche i suoi lamenti: invocava la mamma e chiedeva acqua, ma non ho potuto fare niente, perché avevo paura anch’io”».

Norma Cossetto Norma Cossetto

Il papà di Norma, Giuseppe, si mise alla ricerca della figlia assieme a un amico dopo aver saputo che era stata arrestata. Intercettato dagli stessi partigiani comunisti fu assassinato a coltellate e, poi, gettato anche lui in una foiba.

Il maresciallo dei vigili del fuoco di Pola, Arnaldo Harzarich che, assieme ai suoi uomini, recuperò i corpi degli infoibati di villa Surani – in cima alla catasta di vittime c’era il cadavere di Norma, gettata per ultima con le braccia legate dietro alla schiena – confermò, a verbale, nell’interrogatorio reso nel 1945 al comando Alleato, di aver ritrovato il corpo della ragazza «con un pezzo di legno ficcato nei genitali».

Rifondazione comunista si è permessa di definire Red Land «un film di pura propaganda fascista» perpetrando cocciutamente e vergognosamente la tradizione comunista negazionista. E’ anche per replicare a questa gente che stasera dobbiamo essere in tanti al Cinema Europa a vedere il film su Norma.

«Purtroppo esistono ancora frange ideologizzate che negano i diritti umani per il popolo giuliano dalmata – replica amareggiato Antonio Ballarin, presidente della federazione delle associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati – Come associazioni siamo testimoni della verità. E invitiamo anche coloro che negano la vicenda storica a un confronto basato sui dati oggettivi che raccontano la nostra terribile tragedia».

 

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