Feb 16 2019

Mario Landolfi @ 17:51

“Diciotti”, gli inquirenti valutano se indagare anche Conte, Di Maio e Toninelli

La vicenda della nave “Diciotti” rischia di provocare un vero e proprio terremoto politico. Al momento, gli inquirenti della procura di Catania, si attestano sulla soglia dell’atto dovuto. Ma sono i primi a sapere che l’eventuale iscrizione nel registro degli indagati del premier Giuseppe Conte, del vicepremier Luigi Di Maio e del ministro Danilo Toninelli può innescare reazioni politiche a catena non esclusa la caduta del governo. Ma procediamo con ordine. L’iscrizione dei tre esponenti dell’esecutivo è diretta conseguenza della memora a loro firma inviata alla Giunta per le immunità del Senato, che nei prossimi giorni si pronuncerà sull’autorizzazione procedere contro Matteo Salvini inoltrata dal Tribunale dei ministri di Catania. A carico del ministro dell’Interno, infatti, è stato ipotizzato il reato di sequestro aggravato di persona dopo che questi aveva  vietato lo sbarco di alcuni migranti dalla nave “Diciotti”.

La procura di Catania: «Sarebbe atto dovuto»

La memoria a firma Conte, Di Maio e Toninelli è stata sua volta “girata” dalla Giunta presieduta dal senatore Maurizio Gasparri alla procura di Catania. Da qui la valutazione degli inquirenti circa l’iscrizione dei tre nel registro degli indagati. Si tratterebbe in ogni caso di un atto dovuto. Una volta aperto a loro carico l’eventuale fascicolo, gli stessi magistrati sarebbero poi chiamati a decidere se chiedere l’archiviazione o meno.

I tre esponenti solidali con Salvini sulla “Diciotti”

Come si ricorderà, lo scorso autunno il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, dopo l’arrivo degli atti da parte del Tribunale dei ministri di Palermo, per competenza territoriale, aveva chiesto l’archiviazione al Tribunale dei ministri catanese perché la scelta di Salvini sulla “Diciotti” era stata «politica». Ma il Tribunale dei ministri della città etnea non condivise la scelta del procuratore decidendo di procedere nei confronti di Salvini con l’accusa di sequestro aggravato di persona. Sarà adesso lo stesso Tribunale dei ministri a decidere cosa fare nei confronti dei tre esponenti del governo. Dovesse decidere in maniera conforme, sarebbe interessante vedere se anche in quel caso i Cinquestelle, in coerenza con quanto hanno deciso in vista del voto della Giunta su Salvini, affideranno il “sì” o il “no” al processo ad un  referendum tra militanti sulla piattaforma Rousseau.