Pamela un anno dopo: le parole dei familiari, il silenzio del Pd, i fiori di Gramazio

3 Feb 2019 19:07 - di Redazione

A un anno di distanza dall’omicidio di Pamela Mastropietro la giovane 18enne romana, uccisa, fatta a pezzi barbaramente da tre nigeriani e ritrovata all’interno di due trolley sul ciglio di una strada nei pressi di Corridonia in provincia di Macerata, lo scorso 1 febbraio in rappresentanza dei cittadini del quartiere Appio-Tuscolano il senatore Domenico Gramazio ha deposto un omaggio floreale sulla stele che ricorda il martirio della giovane in Piazza dei Re di Roma.

Era il 31 Gennaio 2018 quando il corpo della giovane romana fuggita dalla comunità di recupero dove era ospite, fu ritrovato nella campagna di Macerata. Un brutale omicidio che impressionò l’opinione pubblica segnando il clima dell’intero paese per settimane. Per la morte della ragazza fu fermato un nigeriano di 29 anni, le telecamere di una farmacia lo inquadravano in compagnia di Pamela. Lui provò a negare, ma durante la perquisizione presso la sua abitazione vennero ritrovati gli abiti della vittima sporchi di sangue. Le indagini portarono presto ad altri due fermi, due uomini accusati di aver aiutato l’omicida a ripulire le tracce nell’appartamento e a far sparire il corpo di Pamela. Oggi  il solo Innocent Oseghale è accusato del crudele omicidio di Pamela.
A un anno dalla morte della ragazza nessun evento è stato organizzato dal sindaco Pd della città di Macerata, Romano Carrancini al contrario di quando fatto a Roma. Il 30 Gennaio la famiglia e gli amici di Pamela si sono ritrovati a Piazza dei Re di Roma, piazza poco distante da dove viveva la giovane. Un iniziativa voluta dalla mamma Alessandra che ha istallato una siepe a forma di cuore intorno alla targa posta in memoria della figlia.  I familiari di Pamela hanno anche affidato a Facebook il loro dolore con lungo post dal titolo ” Il ricordo per te dolce figlia nostra”.

“Tra qualche ora non si sa perché ti saresti allontanata quel maledetto 29 gennaio di un anno fa da quella comunità: lì eri entrata per ricominciare a camminare, invece da lì sei andata incontro al tuo atroce destino – inizia così il doloroso ricordo – ti hanno dato della tossica, della prostituta, della poco di buono: per noi sei e sarai sempre una figlia a cui nonostante le difficoltà abbiamo voluto un bene infinito”.

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