Nomina Consob, un giallo a Cinquestelle. E Grillo s’infuria: «Voglio Minenna»

19 Gen 2019 16:04 - di Giacomo Fabi
grillo

La nomina del presidente della Consob, l’organo di vigilanza della Borsa, rischia di diventare una piaga purulenta per il governo giallo-verde. In teoria non ci dovrebbero essere problemi per l’economista Marcello Minenna, sponsorizzato dal M5S. Ma questo finisce per rendere ancor più inspiegabile il motivo per il quale si ritardi a procedere. Al punto – ed è la novità odierna – da costringere Beppe Grillo ad intervenire direttamente con un tweet: «L’Elevato garante (cioè lui stesso, ndr) – vi si legge – vuole esprimere un parere su garanzia cittadini per nomina Consob: senza dubbio Marcello Minenna».

Tutti d’accordo sul nome, ma nessuno procede

Chi ha familiarità con le dinamiche del M5S sa bene che Grillo interviene quando il gioco interno al MoVimento si fa duro.  Proprio quel che sta capitando intorno al nome di Minenna. È di soli pochi giorni fa, infatti, la presa di posizione del senatore Elio Lannutti che dava notizia dell’appoggio della Lega al nome dell’economista, ma solo per sottolineare che a quel punto alcun ostacolo più si frapponeva alla sua nomina. Nelle stesse ore, Carla Ruocco, presidente della commissione Finanze della Camera e sponsor tra i più convinti di Minenna, mandava su tutte le furie Luigi Di Maio facendo sottoscrivere ai suoi deputati di riferimento un’interrogazione (poi ritirata) in cui, sulla stessa vicenda, si metteva in mora il governo.

I grillini vogliono mettere le mani sulla Consob

Due tweet – Grillo e Lannutti – più l’interrogazione della Ruocco. Tre indizi, diceva Agatha Christie, fanno una prova. La prova di un ostacolo invisibile ancorché, al momento, insormontabile. Per capirne l’origine c’è chi è risalito al pessimo rapporto tra Minenna e Virginia Raggi, al tempo in cui il primo era assessore nella giunta capitolina. Rapporto mai decollato e chiuso con tanto di porta sbattuta al momento delle dimissioni. Ma è improbabile che la nomina del presidente della Consob, la cui sede – per altro – è a Milano, possa essere pane per i denti di una sindaca in perenne crisi d’immagine di risultati come la Raggi. Più facile che l’ostacolo sia altrove. Nella procedura, per esempio. Il presidente della Consob è nominato dal presidente della Repubblica sui proposta del presidente del Consiglio. Forse, per capire l’arcano della mancata nomina di Minenna, a tutti gradito Grillo compreso, bisogna partire da qui.

 

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